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Honda: 25 anni del suo ibrido con l’arrivo in Europa della Prelude Concept

Tutti sono a conoscenza della grande volontà da parte di Honda di puntare tantissimo sull’ibrido. Questa tecnologia viene sviluppata proprio per rendere possibile una migliore strategia di decarbonizzazione. Sono anni che l’azienda giapponese lavora su tutto questo, con il primo modello Insight che venne lanciato ufficialmente 25 anni fa.

Proprio per celebrare la ricorrenza e quindi i 25 anni da quel momento, Honda ha annunciato l’arrivo in Europa della Prelude Concept. Sarà il Goodwood Festival of Speed che si terrà dall’11 al 14 luglio ad ospitare l’anteprima europea per questo prototipo che era stato svelato ufficialmente lo scorso anno in Giappone. Per Honda quest’auto rappresenta il grande impegno profuso dall’azienda per arrivare all’elettrificazione totale.

Honda e la sua Prelude Concept: l’arrivo in Europa è cosa fatta

Sono passati 45 anni da quando la prima Prelude, quella originale, ha debuttato in Europa. Fino al 2001 restò disponibile nel listino e ne furono vendute più di 300.000. Queste sono le parole da parte del Chief Engineer e Large Project Leader di Honda Motor, Tomoyuki Yamagami:

La nuova Prelude rappresenta non solo il capitolo più recente della nostra storia di evoluzione ibrida, ma è anche il risultato di 25 anni di ricerca e sviluppo pionieristico nel settore. Questo modello è progettato per mantenere il suo DNA “sportivo”, combinando l’efficienza e i benefici ambientali della guida elettrificata con un’esperienza di guida emozionante e piacevole. La Prelude riflette l’impegno costante di Honda nello sviluppo di propulsori ibridi, un passo cruciale verso l’obiettivo di raggiungere il 100% di vendite di veicoli elettrici a batteria o a celle a combustibile di idrogeno entro il 2040

“.

La tecnologia ibrida di Honda ha sempre prodotto grandi risultati, anche 25 anni fa con il progetto Insight:

Il cuore della Insight era uno dei motori a benzina a 3 cilindri da 1.0 litri più leggeri mai prodotti, caratterizzato da una tecnologia avanzata di combustione magra, componenti a bassa frizione e materiali leggeri. Un motorino DC senza spazzole, ultra-sottile (60 mm), era collegato direttamente all’albero motore del propulsore a combustione interna e azionato attraverso un cambio manuale a sei marce. L’energia proveniva da una batteria a idruro di nichel-metallo (Ni-MH) da 144 V, con un peso di soli 20 kg, montata sotto il pianale del bagagliaio“.

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Pubblicato da
Felice Galluccio