Raspberry Pi: in arrivo due patch che ne migliorano l'efficienza Sono state rilasciate due nuove patch per il kernel di Linux, progettate per migliorare l’efficienza e le prestazioni dei computer a singola scheda Raspberry Pi. Si tratta di un importante passo avanti nell’ottimizzazione del sistema operativo RaspberryPi OS. Quest’ultimo è basato sul kernel di Linux, come la maggior parte dei sistemi operativi per tali microcomputer.

Raspberry Pi si aggiorna con due interventi specifici

La prima patch si concentra sull’efficienza energetica, introducendo il supporto preliminare per la funzionalità SuspendToIdle (s2idle) per il SoC ARM BCM2835. Quest’ultimo è utilizzato nelle prime tre generazioni di Raspberry Pi. L’aggiornamento consente di ridurre significativamente il consumo energetico quando il sistema è inattivo. Stefan Wahren, l’autore della patch, ha evidenziato una serie di dati. Secondo quanto riportato, il consumo energetico del Raspberry Pi 1 in modalità s2idle è di 1,33 W, rispetto a 1,67 W in modalità idle, rappresentando un risparmio energetico del 20%.

L’aggiornamento non è privo di limitazioni. Al momento non è possibile disattivare l’interfaccia USB durante il s2idle, un problema che suggerisce ulteriori possibilità di miglioramento nelle versioni future.

La seconda patch mira a migliorare le capacità di calcolo del Raspberry Pi 5 attraverso l’emulazione della tecnologia NUMA (Non-Uniform Memory Access) per sistemi ARM64. NUMA suddivide la RAM in più segmenti, facilitando il lavoro del controller di memoria del Raspberry Pi 5, che può operare in parallelo con maggiore efficienza. Secondo Tvrtko Ursulin, autore della patch, i test di benchmark su Geekbench 6 mostrano un incremento delle prestazioni del 6% in modalità singlecore. Mentre si sale al 18% in modalità multicore grazie all’arrivo di tale ottimizzazione.

Per sfruttare appieno i benefici della patch NUMA, è necessario configurare la policy di allocazione della memoria di Linux in modalità interleaved. Quest’ultima, infatti, non è impostata di default. Ciò implica che oltre all’installazione della patch, sono richiesti ulteriori passaggi configurativi per ottenere i miglioramenti prestazionali promessi.

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