L’ AI potrebbe terminare entro pochi anni i dati di Internet data la sua velocità di assimilazione dei contenuti. A spiegarlo è uno studio condotto recentemente che ha preso in esame la quantità di dati che l’ AI utilizza per alimentare la sua conoscenza; da questo ne è emerso che i dati reperibili online potrebbero finire poiché la sua velocità di comprensione dei contenuti è maggiore rispetto alla velocità di aggiornamento dei contenuti stessi.
Se i dati non vengono rimpiazzati da nuovi elementi, i ricercatori sarebbero costretti a generare nuovi dati anche artificialmente per poter continuare ad alimentare la conoscenza dell’ intelligenza artificiale. Il fatto che i dati forniti sono ancora pochi dimostra come l’ AI ha una capacità di comprendere tutta la conoscenza umana in pochi secondi, mentre l’ uomo ha impiegato migliaia di anni per colmare il suo sapere. Il problema principale nasce quando l’ intelligenza artificiale riesce ad avere una conoscenza tale da prevalere sull’ uomo, cosa che non dovrà mai accadere.
AI, i dati finiranno entro il 2026
Secondo lo studio condotto dal ricercatore Pablo Villalobos, l’ intelligenza artificiale potrebbe avere una stagnazione se non vengono fornite altre informazioni utili al suo accrescimento. ChatGPT utilizza circa 570 GB di dati testuali per il suo addestramento che corrispondono su per giù a 300 miliardi di parole tratte da fonti reperibili online. Per capire quanti dati disponiamo online, i ricercatori hanno utilizzato come fonte Google e 250 miliardi di pagine web contenenti 7000 byte di testo per ogni pagina. Analizzando i dati, è venuto fuori un grafico che mostrava l’ andamento dei dati disponibili: entro il 2032 i dati di alta qualità si esauriranno, quelli di bassa qualità verranno esauriti entro il 2030 e il 2050. I dati visivi saranno smaltiti tra il 2030 e il 2060. Per ovviare a questo, si potranno creare i cosiddetti dati sintetici, cioè dati creati artificialmente, solo che sono ancora in fase di sviluppo.
L’ intelligenza artificiale potrà avere un periodo di inattività dovuto al fatto che i dati reperibili online finiranno entro qualche anno.