Le imprese devono collaborare con la GenZ per dimostrare che l’uso dell’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità e non una minaccia. La storia dimostra che le innovazioni tecnologiche ridefiniscono i ruoli professionali. Per questo richiedono adattamenti dai lavoratori. L’AI è destinata a proseguire tale tendenza, non solo sostituendo compiti ripetitivi e banali, ma anche potenziando le capacità umane.
Gli strumenti basati sull’AI possono supportare i lavoratori della Generazione Z. Con il giusto sostegno quest’ultimi potranno focalizzarsi su aspetti più significativi e creativi del proprio lavoro. A tal proposito, Ilaria Orlando
, Head of Enterprise Marketing Italy di Jabra, ha evidenziato che l’adozione dell’intelligenza artificiale può migliorare la soddisfazione lavorativa della Gen Z. Nonostante i progressi iniziali, l’AI è solo all’inizio della rivoluzione della produttività sul posto di lavoro.La Generazione Z svolge un ruolo cruciale nella diversificazione del mondo del lavoro. È dunque, importante, evitare il fenomeno del “quiet quitting“. Ovvero quando i dipendenti si limitano a fare il minimo indispensabile senza ambizioni. A tal proposito, le aziende devono adottare un approccio personalizzato ed investire in programmi di formazione e sviluppo. A tal fine lavorare con l’intelligenza artificiale è essenziale, così come promuovere una cultura dell’apprendimento continuo.
L’AI ha il potenziale per supportare lo sviluppo del lavoro. Il tutto fornendo feedback in tempo reale e esperienze di apprendimento personalizzate. I programmi di formazione alimentati dall’intelligenza artificiale possono analizzare le prestazioni e offrire raccomandazioni mirate. In tal mondo è possibile aiutare i professionisti a sviluppare le competenze necessarie per avere successo in un ambiente potenziato dall’AI.