Codice della strada: attenti alle gomme, il 9% sono lisce secondo la Polizia

La sicurezza è fondamentale quando ci si trova in strada con la propria auto, al fine di salvaguardare se stessi ma anche chi ci circonda. Proprio per questo motivo i controlli sono obbligatori e fanno bene al benessere della società. Stando a quanto riportato, uno degli aspetti che dovrebbe essere più controllato è quello delle gomme. Gli pneumatici infatti garantiscono l’aderenza al terreno del veicolo, in modo da tenerlo in carreggiata senza far sbandare in maniera immotivata.

Il popolo italiano però sembra molto incline a dimenticare di controllare le gomme e questo emerge da una nuova campagna denominata “Vacanze sicure 2024“. A promuoverla è stata la polizia di Stato che ha collaborato con Assogomma, tirando fuori dei dati importanti. Da quanto è emerso tramite alcuni controlli fatti tra maggio e giugno, su 10.000 veicoli circa il 9% delle auto presentava delle gomme lisce.

Gomme lisce, gli italiani tendono a dimenticarsi di cambiarle

Le verifiche hanno lasciato emergere che circa 8 auto su 100 hanno degli pneumatici lisci montati a bordo. I controlli hanno inoltre appurato che 6 auto su 100 avevano delle gomme visibilmente danneggiate o non omogenee. Queste percentuali riguardanti il parco auto circolante rappresentano la presenza sul territorio di milioni di veicoli che potrebbero essere potenzialmente pericolosi. Quella che segue è una parte del comunicato ufficiale da parte della polizia stradale che ormai svolge queste operazioni da 21 anni:

I controlli della Polizia stradale effettuati oltre vent’anni fa rivelarono che circa il 10% dei veicoli in circolazione aveva pneumatici lisci. Questa percentuale diminuì gradualmente, raggiungendo il suo minimo storico nel 2013, con una media del 2,7%. In dieci anni, il fenomeno si era ridotto del 73%, passando da 10 auto su 100 a meno di 3 su 100. Tuttavia, negli anni successivi, la percentuale di pneumatici lisci ha invertito la tendenza e, negli ultimi quattro anni, si è stabilizzata attorno al 9%. Questo dato preoccupante ci riporta ai livelli di vent’anni fa“.

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