Gli pneumatici sono stati per lungo tempo, e sotto certi aspetti continuano ad esserlo, un grande grattacapo in termini di inquinamento. Proprio a tal proposito sono state stabilite delle linee guida per il loro smaltimento e a quanto pare l’economia italiana avrebbe raggiunto un nuovo record sotto questo punto di vista. Secondo i dati riportati, sarebbe stato segnato un trend più che positivo in merito alla gestione dei cosiddetti PFU, ovvero pneumatici fuori uso.
Stando alle rivelazioni di Ecopneus, i numeri dell’Italia sarebbero davvero interessanti. La filiera italiana dell’economia circolare ha infatti evitato che venissero emesse 297 mila tonnellate di CO2. Questo avrebbe portato al consumo di 1,2 milioni di metri quadri di acqua e anche una spesa di 81 milioni di euro utili per approvvigionare materiali vergini provenienti da altri paesi. Questa attività inoltre ha generato anche degli indotti con il 2023 che ha visto arrivare un ritorno economico di 44,4 milioni di euro
.Nel 2023 il Consorzio è stato in grado di raccogliere 187.818 tonnellate di PFU. Praticamente la metà è stata destinata al recupero di energia, mentre per il 50,1% restante è stato avviato il processo di riciclaggio previsto. Il 50% delle componenti recuperate verrà destinato per attività sportive e ludiche, mentre il 20% diventerà materiale isolante per il settore edilizio. Il 13% finirà nel settore dei manufatti per uso industriale mentre la restante parte del 17% verrà recuperata ed indirizzata all’industria pesante per realizzare schiumanti utili per le acciaierie.
Queste le parole da parte di Alessandro Marchisio, presidente di Ecopneus:
“Le attività di Ecopneus rappresentano la naturale estensione della responsabilità di ciascuna azienda socia, coprendo tutto il percorso dalla produzione dei pneumatici alla gestione del loro fine vita. Questo impegno è oggi più che mai strategico e fondamentale, poiché si inserisce pienamente nella visione di un’economia circolare, che è diventata il principio guida per il rilancio dell’economia nazionale. La sfida è impegnativa e cruciale, coinvolgendo i prodotti sin dalla loro progettazione e durante tutto il loro ciclo di vita“.