Quanto riferito è il risultato di una ricerca condotta dal MIT Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Technology. Quest’ultima si è focalizzata sulla città di Milano. I dati evidenziano che tale limite di velocità potrebbe causare un incremento dei tempi di percorrenza. Suddetti valori in media vanno da un minimo di 2 secondi a un massimo di 89.
L’aumento dei tempi di viaggio avrebbe un impatto diretto sulle emissioni di sostanze dannose. Tra cui il monossido di carbonio (CO), l’anidride carbonica (CO2), gli ossidi di azoto (NOx) e il particolato (PM). Ciò soprattutto nelle ore di punta
. I motori a combustione interna sono infatti progettati per avere la massima efficienza a velocità superiori a quelle imposte dal limite di 30 km/h.Lo studio evidenzia che, nell’ipotesi di applicare quest’ultimo all’intera area comunale di Milano, le emissioni di CO2 aumenterebbero dell’1,5%. Quelle di particolato, invece, tra le più dannose per la salute umana, del 2,7%. Inoltre, un esperto ha sottolineato che il limite di 30 km/h potrebbe non essere efficace nemmeno nella prevenzione degli incidenti stradali. Tali riflessioni hanno sollevato dunque svariate discussioni sull’efficienza di tale intervento.
Eppure, negli ultimi dieci anni, diverse città europee hanno introdotto il limite di velocità di 30 km/h nelle zone centrali, registrando significative riduzioni degli incidenti stradali e miglioramenti nella sicurezza urbana. Esperienze positive sono state riportate in città come Graz, Helsinki, Bruxelles e Zurigo. Anche Bologna ha testato tale misura, suscitando dibattiti, ma promettendo benefici a lungo termine.