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Cornell rivoluziona le tute spaziali con tecnologia simile a “Dune”

Il team di ricercatori della Cornell University ha annunciato un’importante innovazione nel campo delle tute spaziali, ispirata alle iconiche Stillsuit della saga cinematografica “Dune“. Questo nuovo sistema di raccolta e filtrazione dell’urina promette di affrontare le sfide di comfort e igiene degli astronauti, oltre a ottimizzare il risparmio delle risorse idriche nello spazio. 

 

La nuova Stillsuit per i viaggi spaziali

Attualmente, gli astronauti utilizzano il “maximum absorbency garment” (MAG), un dispositivo simile a un pannolino per adulti realizzato con polimeri superassorbenti. Nonostante la sua utilità, il MAG, in uso fin dagli anni ’70, ha dimostrato numerosi limiti, tra cui perdite di liquidi, infezioni del tratto urinario e disturbi gastrointestinali. Inoltre, la scarsa disponibilità di acqua potabile all’interno delle tute spaziali, limitata a solo un litro, risulta insufficiente per le missioni lunari prolungate, che potrebbero durare fino a ventiquattro ore in situazioni di emergenza.

La nuova soluzione della Cornell University prevede una tuta spaziale dotata di un indumento intimo composto da strati di tessuto flessibile, progettati per adattarsi alle diverse conformazioni anatomiche. La superficie interna di questo indumento è rivestita con microfibra di poliestere o una miscela di nylon e spandex, che dirige l’urina lontano dal corpo verso una coppa interna. Qui, una pompa a vuoto, attivata da un sensore reattivo all’umidità, aspira i liquidi.

I fluidi raccolti vengono quindi inviati a un sistema di filtrazione, che purifica l’acqua con un’efficienza dell’87% tramite osmosi diretta e inversa. L’acqua così trattata, arricchita di elettroliti, viene poi trasferita in una sacca per bevande all’interno della tuta spaziale, pronta per essere consumata.

 

Un prototipo ancora da testare

Il prototipo del sistema sarà presto testato in condizioni di microgravità simulata e successivamente durante passeggiate spaziali reali. Le missioni Artemis II e III della NASA, previste per il 2025 e il 2026, potrebbero essere le prime a utilizzare queste avanzate ‘Stillsuit‘. Con questa innovazione, il team di Cornell potrebbe segnare una nuova era nella gestione delle risorse e del comfort per gli astronauti.

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Pubblicato da
Margherita Zichella