Gli abbonamenti servono per manipolare gli utenti?L’International Consumer Protection and Enforcement Network (ICPEN) insieme al Global Privacy Enforcement Network (GPEN) hanno presentato un interessante studio. Secondo quest’ultimo sembra che la maggior parte dei siti che offrono servizi in abbonamento utilizzano dark pattern per influenzare i comportamenti degli utenti. Tali schemi non etici sono utilizzati sia per spingere gli utenti a sottoscrivere abbonamenti, sia per trattare i dati personali in modi che non sempre rispettano la privacy.

I dark pattern sono tecniche ingannevoli nelle interfacce utente online che guidano, costringono o manipolano i consumatori. In tal modo vengono spinti a fare scelte che spesso non sono nel loro migliore interesse. L’indagine ha analizzato 642 siti web e app mobili che propongono abbonamenti. Tra cui il 76% sfruttavano dark pattern.

Ecco come gli abbonamenti manipolano gli utenti

Tra i dark pattern più comuni individuati c’è lo “stealing” Si tratta di una pratica in cui un’azienda rende difficili da trovare le informazioni potenzialmente negative sugli abbonamenti, come ad esempio la procedura di cancellazione. A tal proposito, ICPEN ha osservato che l’81% delle piattaforme che offrono tale opzione consente agli utenti di disattivarla, ma spesso lo fa in modo tale da rendere il processo complicato e non intuitivo.

Altri dark pattern identificati nello studio includono manipolazioni dell’interfaccia utente. Qui le azioni desiderabili per l’azienda sono rese più facili da eseguire. A scapito di quelle che potrebbero essere più vantaggiose per l’utente. Gli esperti che hanno condotto lo studio avvertono che anche gli individui più esperti possono essere tratti in inganno. Ciò accade perché i dark pattern sono progettati per sfruttare le vulnerabilità psicologiche e comportamentali delle persone.

Il rapporto di ICPEN e GPEN solleva questioni importanti riguardo alla necessità di una maggiore regolamentazione e trasparenza da parte delle aziende che offrono abbonamenti. Promuovere pratiche più etiche e trasparenti potrebbe contribuire a tutelare i consumatori, garantendo loro la possibilità di fare scelte informate e consapevoli.

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