Un terremoto ha scosso il colosso dell’e-commerce Amazon in Italia. La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un sequestro preventivo d’urgenza di ben 121 milioni di euro ai danni della filiale italiana del gigante fondato da Jeff Bezos. L’accusa? Frode fiscale legata a un presunto sistema di sfruttamento dei lavoratori.
Ma andiamo con ordine. L’indagine, condotta dai pm Paolo Storari e Valentina Mondovì, ha portato alla luce quello che sembra essere un intricato meccanismo di “serbatoi di manodopera”. In pratica, Amazon avrebbe appaltato i servizi di logistica a cooperative e società “filtro” in modo irregolare, garantendosi così tariffe competitive sul mercato. Il prezzo di questa competitività? Lo sfruttamento dei lavoratori.
Non è la prima volta che emerge un sistema del genere. Negli ultimi anni, inchieste simili hanno coinvolto altri big come Dhl, Uber, Lidl ed Esselunga. Il copione è sempre lo stesso: lavoratori costretti a saltare da una società all’altra, privati di contributi e diritti.
Ma c’è di più. Secondo i pm, questo “meccanismo fraudolento è tutt’ora in atto“. Insomma, non si tratta di acqua passata, ma di una situazione che continua a danneggiare l’erario e i lavoratori, “a tutto vantaggio di Amazon Italia Transport srl
“.Tre dirigenti della società sono finiti nel mirino degli inquirenti: Gabriele Sigismondi, Adriano Susta e Jason Miller. La presunta frode si sarebbe consumata tra il 2017 e il 2022, con strascichi anche sulle dichiarazioni IVA del 2023.
Il quadro che emerge è quello di un “sistema piramidale” con Amazon Italia Transport srl al vertice, che gestisce il servizio di consegna “dell’ultimo miglio” attraverso una rete di contratti di appalto e trasporto.
Ora la palla passa al gip Luca Milani, che dovrà decidere se convalidare il sequestro. Nel frattempo, sono in corso perquisizioni a Milano e Torino.
La domanda che sorge spontanea è: quanto a lungo potrà resistere questo sistema? E soprattutto, quali saranno le conseguenze per i consumatori e per il mercato dell’e-commerce in Italia?
Una cosa è certa: questa vicenda getta un’ombra inquietante sul gigante dell’e-commerce. Amazon, che si è sempre presentata come un’azienda innovativa e attenta ai diritti dei lavoratori, ora si trova a dover affrontare accuse pesantissime. Riuscirà a dimostrare la propria innocenza o dovremo rivedere la nostra percezione del colosso di Seattle?