Le auto e moto storiche possono nuovamente circolare liberamente per le strade di Roma per la gioia degli appassionati e dei collezionisti della regione. Il TAR del Lazio ha accolto infatti il ricorso presentato da ASI (Automotoclub Storico Italiano) contro le ordinanze di Roma Capitale che applicavano delle limitazioni alla circolazione di tale tipologia. La nuova sentenza in realtà non fa altro che confermare quanto era stato già deliberato lo scorso anno.
Nonostante la precedente delibera, il Comune di Roma aveva però continuato a mantenere una mano stretta nei confronti dei veicoli d’epoca di ogni genere. Grazie all’ultima decisione intrapresa sembra che la lotta tra ASI e Roma Capitale giunga finalmente ad una sua fine. Ora dovremmo solo capire se con il tempo tali misure resteranno definitive o vi saranno altri cambiamenti con una possibile marcia indietro sulle auto o su qualsiasi altra vettura storica.
Il TAR torna sui suoi passi ed auto e moto storiche ricircolano in strada
Il TAR del Lazio ha annullato l’ordinanza sindacale di Roma Capitale relativa ai soli veicoli di interesse storico e collezionistico. L’istituzione ha riconosciuto come illegittime anche le minime deroghe a tali divieti. Il tribunale ha considerato fondate tutte le argomentazioni presentate da ASI, dando ragione alle “accuse”, in particolare mostrando il proprio appoggio riguardo alla violazione del principio di proporzionalità. Per i giudici bisogna però creare una nuova regolamentazione a tutela delle auto e dei veicoli di interesse storico e collezionistico.
Questa sentenza consente dunque ai veicoli storici di tornare a muoversi liberamente anche a Roma, riconoscendo il loro valore culturale ed anche l’aspetto ludico-ricreativo nell’attrare i turisti con il fascino della “bella vita”. Il Presidente di ASI, Alberto Scuro, ritiene che la sentenza sia importantissima per la tutela delle auto storiche e di tutto ciò che può essere considerato d’epoca nel settore. Secondo Scuro, è fondamentale poter utilizzare questi veicoli per garantirne la corretta conservazione e promuovere il turismo lento. Quest’ultimo infatti, a suo parere, valorizza i territori italiani e sostiene il comparto produttivo, riconosciuto a livello internazionale come un’eccellenza italiana.