NCC: dichiarato incostituzionale il blocco delle licenze

La Corte Costituzionale ha bocciato il blocco delle licenze per il noleggio con conducente (NCC), in vigore da cinque anni. Questa normativa, introdotta dal Governo Conte nell’ormai più che lontano 2018, impediva il rilascio di nuove autorizzazioni fino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di NCC. Per la Consulta, in questi anni, tale disposizione ha causato un grave pregiudizio verso tali servizi non permettendone la diffusione e formando una sorta id barriera invisibile per questo tipo di mercato.

La Corte ha dunque preso la decisine di dichiarare l’illegittimità costituzionale dell’articolo di riferimento. La norma ha permesso per tanto all’autorità amministrativa di mantenere un divieto prolungato per regioni ed enti locali, limitando l’offerta di servizi NCC e costringendo turisti ed abitanti all’uso dei servizi pubblici (non sempre così efficienti del resto). Nonostante l’adozione del decreto n. 203 del 2024 per la creazione del registro informatico, la struttura della disposizione legislativa in esame era di per sé già nel momento della sua creazione da ritenersi totalmente incostituzionale, senza possibilità di scelta per gli NCC.

Servizi NCC bloccati per anni

Il blocco delle licenze NCC ha avuto conseguenze parecchio gravi. Ha peggiorato di parecchio il problema del trasporto pubblico, soprattutto nelle grandi città. Il provvedimento doveva essere già rivisto da tempo considerando i molti luoghi dove la domanda di mobilità non può essere soddisfatta dal servizio pubblico o dai soli taxi. La mancata considerazione delle preoccupazioni dell’AGCM ha poi ulteriormente complicato tutta la faccenda. L’AGCM non era stata immobile dinanzi tale legge per gli NCC.  Aveva già parlato più volte l’importanza di rispondere a una domanda elevata e insoddisfatta di mobilità nelle aree metropolitane, ma senza risultati. È stata solo una voce inudibile.

La sentenza è stata accolta ora positivamente anche dalla Regione Calabria, che nel 2023 aveva aperto a nuove licenze NCC per affrontare problemi cronici di trasporto e favorire il settore turistico. L’iniziativa regionale ha permesso anche l’introduzione dei servizi Uber Black e Uber Van in tale Regione, nonostante l’opposizione forte del Governo.

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