BYD è uno dei principali produttori mondiali di veicoli a energia nuova (NEV). In questo periodo, l’azienda sta per lanciare tre nuovi modelli Plug-in Hybrid (PHEV) in Europa. Un passo davvero importante nella sua strategia di espansione sul continente. Il brand cinese ha deciso di ampliare la propria offerta per includere anche le PHEV. Dopo aver inizialmente concentrato i suoi sforzi sull’introduzione di auto elettriche a batteria. Tale cambiamento di rotta è motivato dalla volontà di rispondere alle esigenze della clientela europea. La quale sembra manifestare un interesse sempre più grande per le soluzioni ibride. Le vetture di BYD rappresentano una via di mezzo tra i veicoli tradizionali a combustione interna e quelli esclusivamente elettrici. Così da offrire una maggiore flessibilità in termini di autonomia e utilizzo quotidiano.
Stella Li, presidente di BYD, ha dichiarato che la sua azienda vede nelle PHEV una potenziale rivoluzione per il mercato. Le auto ibride infatti possono superare le barriere legate all’autonomia. Una delle motivazioni che spesso scoraggiano i potenziali acquirenti di veicoli elettrici. Ciò è particolarmente vero in un contesto come quello europeo. Dove le preoccupazioni legate all’efficienza delle auto elettriche sono ancora molte. Le PHEV,
infatti, combinano un motore elettrico con uno a combustione interna. Cosa che permette una maggiore flessibilità per i lunghi viaggi e riduce l’ansia da autonomia.Per quanto riguarda il mercato europeo, BYD ha già avviato il lancio di una versione PHEV del suo modello Seal U. Il quale, da poco, è stato introdotto anche in Italia. Ma, l’azienda non si ferma qui. I nuovi modelli che verranno lanciati includeranno versioni Plugin Hybrid della Seal 06 e Seal07, e della Song-L. Questa mossa rappresenta un’importante opportunità per la società di attrarre una clientela più ampia e diversificata. In più, essa sta investendo in maniera significativa anche nella costruzione di nuovi impianti produttivi in Turchia e Ungheria. I quali contribuiranno a ridurre i costi di produzione e a facilitare la distribuzione delle vetture in tutta Europa. Questi nuovi stabilimenti aiuteranno a contenere i prezzi legati ai dazi di importazione. Oltre che a migliorare l’efficienza della catena di approvvigionamento.