Non è un buon momento per tutto il mondo dei computer e soprattutto di Microsoft, a cui è legata anche un’altra azienda che è Intel. Da tempo gli utenti si lamentano di diverse problematiche legate ai professori di 13ª e 14ª generazione, ovvero i Raptor Lake e Raptor Lake Refresh. Secondo quanto riportato però proprio Intel avrebbe trovato la causa dell’instabilità di questi professori.
Come hanno potuto vedere gli utenti e come ha potuto testare la società, i chip spesso operano con una tensione superiore a quella indicata nelle specifiche. Questo comporta ovviamente un crash che avviene sotto sforzo. Sul lungo termine inoltre si rischiano anche dei danni fisici ai componenti. A tal proposito la società americana ha riferito di essersi messa al lavoro per la distribuzione di una nuova patch. questa agirà con un microcodice in grado di risolvere il problema. Queste sono le parole da parte di Thomas Hannaford rilasciate sul forum ufficiale di casa Intel:
“Dopo un’attenta analisi sui processori desktop Intel Core di 13ª e 14ª generazione restituiti per problemi di instabilità, abbiamo riscontrato che una tensione operativa elevata è la causa di questi problemi. La nostra indagine sui processori ha rivelato che l’instabilità è dovuta a un algoritmo di microcodice che genera richieste di tensione errate“.
Gli utenti che si chiedono quando i problemi verranno effettivamente risolti, possono avere un periodo indicativo. Intel riferisce che la nuova patch verrà rilasciata ufficialmente intorno alla metà di agosto per poi essere girata ai produttori delle schede madri che dovranno poi preparare un file di aggiornamento per il BIOS.
Bisognerà dunque attendere almeno il prossimo mese di settembre prima di cominciare ad avere qualche risultato. Almeno secondo quanto riportato, i processori che hanno avuto più a che fare con questo problema sono gli Intel Core i9 “K”.