I defrostatori secondari sono quelle linee che vediamo sul parabrezza posteriore e che servono per sbrinare il ghiaccio, ma perché sono solo lì? Le auto, sebbene di dimensioni contenute, celano una serie di piccoli misteri. Uno di questi riguarda le linee orizzontali sui parabrezza posteriori, presenti su alcune vetture ma non su altre. Secondo Motor Biscuit, queste linee sono conosciute come defrostatori secondari. Ma di cosa si tratta esattamente e perché non le vediamo su tutti i vetri delle auto?

 

Cosa sono i defrostatori secondari

I defrostatori secondari sono fili di metallo e resina inseriti nel vetro del parabrezza posteriore. Quando si attiva il defrost, questi fili trasportano una corrente elettrica che emette calore, sbrinando rapidamente il vetro dal ghiaccio o dalla condensa. Questo sistema è diverso dal riscaldamento principale del veicolo, che utilizza aria calda e secca proveniente dalle bocchette di ventilazione per sbrinare il parabrezza anteriore. I defrostatori secondari, agendo direttamente sulla superficie del vetro posteriore, rendono il processo di sbrinamento molto più veloce ed efficiente.

Sebbene sarebbe comodo avere queste linee anche sui vetri laterali e anteriori per evitare il fastidio di dover raschiare il ghiaccio, ci sono due ragioni principali per cui non vengono utilizzate in tali posizioni: visibilità e praticità.

Le linee sui parabrezza posteriori possono ridurre leggermente la visibilità, ma considerando che la maggior parte della guida è orientata in avanti, questo non rappresenta un problema significativo. Tuttavia, sul parabrezza anteriore, tali linee potrebbero distrarre e ostacolare la visione del conducente, creando potenziali pericoli. Inoltre, il vetro anteriore delle auto è solitamente multistrato per ridurre il rischio di frammenti in caso di collisione, il che rende l’inserimento dei defrostatori più complesso rispetto al vetro posteriore, che è generalmente più sottile.

Nonostante queste difficoltà, alcuni produttori automobilistici hanno sperimentato l’integrazione di questa tecnologia anche sul parabrezza anteriore. Ad esempio, la Ford Taurus del 1986 era dotata di un parabrezza anteriore riscaldato chiamato Insta-Clear. Anche molte auto di lusso, come Porsche, Jaguar e Rolls-Royce, offrono parabrezza anteriori riscaldati con fili conduttivi molto sottili o film conduttivi integrati nel vetro, minimizzando i problemi di visibilità.

 

Innovazione in continuo aggiornamento

In conclusione, mentre i defrostatori secondari sui parabrezza posteriori sono una soluzione efficace per sbrinare rapidamente il vetro, le sfide legate alla visibilità e alla complessità del vetro anteriore rendono la loro applicazione meno comune sugli altri vetri delle auto. Tuttavia, l’innovazione continua a evolversi, e non è escluso che in futuro potremmo vedere soluzioni ancora più avanzate per affrontare il problema del ghiaccio sui vetri delle auto.

Articolo precedenteEsselunga è SPETTACOLARE: farsi scappare questa PROMO è da FOLLI
Articolo successivoAndroid 15: c’è un’easter egg da usare come salvaschermo