Nel mondo sempre più digitalizzato delle telecomunicazioni, ci si aspetta che le grandi compagnie siano all’avanguardia nei servizi e nel supporto clienti. Tuttavia, una recente esperienza personale con Vodafone ha rivelato criticità preoccupanti nel processo di portabilità, attivazione delle eSIM e soprattutto nel servizio clienti.
Il caso riguarda una portabilità verso Vodafone con l’offerta Vodafone Bronze Plus 150, che promette 150GB di traffico dati, chiamate e SMS illimitati a 9,99€ al mese. L’utente ha completato tutti i passaggi online, compresa la ricezione del QR code per l’attivazione della eSIM. Tuttavia, al momento di attivare la eSIM, l’operazione fallisce. Nonostante la rete Wi-Fi funzionante e l’utilizzo di un iPhone 15 Pro Max compatibile, l’attivazione non va a buon fine.
La prima chiamata al servizio clienti di Vodafone non risolve il problema, con l’operatore che consiglia di recarsi in un negozio fisico per sostituire la eSIM. In negozio, l’addetta conferma la possibilità di sostituire la eSIM, ma solo a pagamento. Nonostante l’offerta prevedesse costi minimi e la spedizione gratuita del QR code, la sostituzione in negozio comporta un esborso di 10€
.Ulteriori chiamate al servizio clienti risultano inutili. Gli operatori forniscono risposte discordanti, senza proporre una soluzione concreta. Alla fine, l’utente è costretto a pagare 10€ per una nuova SIM fisica, che viene attivata senza problemi in negozio. Questo risolve immediatamente il problema, ma il costo aggiuntivo e la mancanza di supporto adeguato sono frustranti.
Tutta la storia ha portato a chiedersi quanto la Vodafone riesca a soddisfare effettivamente la sua clientela e quanto sia affidabile la sua qualità. Il fatto che la gestione dell’assistenza clienti si sia dimostrata così inefficace e soprattutto non risolutiva, ha evidenziato quanto questo gestore così grande talvolta dimostri ancora una grave mancanza di competenze tecniche, almeno nel caso di una tecnologia alquanto recente. La promessa di una procedura semplice e senza costi aggiuntivi si è trasformata in un’esperienza frustrante, il contrario di quella che sarebbe dovuta essere, obbligando l’utente invece a sborsare altre spese per un problema che poi non è stato da lui causato.