Google sottolinea che la rimozione del supporto ai cookie di terze parti avrebbe un impatto significativo sulla pubblicità online. Gli editori e gli inserzionisti, infatti, dipendono in gran parte da quest’ultimi per le loro strategie di marketing. Inoltre, è importante ricordare che anche Google trae gran parte dei suoi profitti dalla pubblicità. Al momento, tale iniziativa è solo una proposta e sarà oggetto di discussione con le autorità competenti. Bisognerà valutare la fattibilità e la necessità di eventuali modifiche.
Il rapporto complesso tra l’azienda e i cookie di terze parti evidenzia il difficile equilibrio sorto. Quest’ultimo deve basarsi sulla necessità di tracciare gli utenti per pubblicità e sulla protezione della loro privacy. Il piano originale di Google prevedeva la rimozione dei cookie di terze parti da Chrome entro il 2022
. Tale scadenza è stata posticipata al 2024 e poi al 2025. Ciò a causa delle critiche ricevute sia dagli inserzionisti che dagli attivisti per la privacy. Entrambe le parti hanno espresso preoccupazioni riguardo al sistema di tracciamento alternativo proposto da Google. Quest’ultimo, noto come Privacy Sandbox, tenta di conciliare gli interessi opposti.Tale sistema ha incontrato difficoltà nel trovare un compromesso accettabile per tutti gli attori coinvolti. Anche le autorità Antitrust hanno espresso preoccupazioni. Temono, infatti, che la nuova tecnologia possa configurarsi come una forma di concorrenza sleale nel settore della pubblicità. La nuova direzione presa da Google prevede di trasferire agli utenti la responsabilità della scelta. Inoltre, avranno la possibilità di cambiare idea in qualsiasi momento.
La proposta di Google sarà ora esaminata dalle autorità competenti. Quest’ultime dovranno decidere se può essere accettata o se necessiterà di ulteriori modifiche. È probabile che passeranno ancora diversi mesi prima di giungere a una conclusione definitiva su tale questione.