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L’Italia necessita di impianti per riciclare le batterie al litio

Le strade italiane stanno vedendo sempre più vetture ibride e elettriche, tutte equipaggiate con batterie agli ioni di litio di varie capacità. Questo tipo di batterie viene impiegato anche su altri mezzi di mobilità come le eBike e i monopattini elettrici. L’elettrificazione della mobilità ha portato a una crescente domanda di accumulatori, ma con l’aumento delle batterie sul mercato, sorge la questione dello smaltimento.

Secondo Interzero Italia, un gruppo europeo specializzato in economia circolare, il volume delle batterie al litio esauste è decuplicato negli ultimi quattro anni. Si prevede che in Italia, tra otto anni, ci saranno 9,2 milioni di batterie da smaltire, con un costo stimato di circa 11,5 miliardi di euro. Per l’azienda, questa è una delle sfide più urgenti da affrontare con gli strumenti e le risorse adeguate per garantire un corretto smaltimento delle batterie esauste.

Perché secondo Interzero questa è una sfida difficile?

Interzero spiega che esistono diverse tipologie di batterie al litio, ognuna con caratteristiche specifiche e costi di gestione variabili. Questa diversità rende la gestione delle batterie al litio una sfida complessa e articolata.

Nel 2023 in Italia sono state immatricolate circa 1,3 milioni di auto con batterie al litio. Le previsioni per il 2024 indicano un ulteriore incremento, e si stima che si possa toccare la cifra di 1,7 di veicoli a partire dalle eBike fino ad arrivare ai modelli ibridi e completamente elettrici.

Dunque perché è così importante riciclare le batterie al litio?

Secondo quanto dichiarato dall’azienda, il processo di trattamento delle batterie consente di recuperare materiali di valore come cobalto, nichel, litio, rame e alluminio. Il recente regolamento europeo (2023/1542) impone incrementi nei tassi di riciclo di questi materiali, con obiettivi specifici da raggiungere entro il 2027 e il 2031. Questa normativa rappresenta un passo significativo verso una gestione più sostenibile delle risorse.

L’azienda spiega che in Italia esistono solo quattro impianti di trattamento e che la maggior parte delle batterie esauste viene attualmente gestita all’estero. Questa situazione comporta costi logistici elevati e un impatto ambientale significativo. I costi di trattamento sono aumentati da 4.000 euro a 5.000 euro per tonnellata nel 2024, a causa della svalutazione delle materie prime secondarie.

Secondo il CEO di Interzero Italia, Mario Bagna, è “essenziale sviluppare infrastrutture adeguate e soluzioni sostenibili per il trattamento delle batterie, massimizzando il recupero dei materiali preziosi contenuti in esse”.

Infine l’azienda sottolinea che il processo di trattamento delle batterie al litio coinvolge diverse fasi: la preselezione e scarica per disattivare la batteria e ridurre i rischi, il disassemblaggio per separare i componenti, il pre-trattamento e la frantumazione per la suddivisione dei materiali, e infine il trattamento pirometallurgico o idrometallurgico per la separazione e il recupero dei metalli.

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Pubblicato da
Andreatof