Nel 2006, Gregory W. Nemitz ha fatto un’affermazione audace. Ha rivendicato la proprietà dell’asteroide 433 Eros. A tal proposito ha inviato alla NASA una fattura di 20dollari per il parcheggio e il deposito della navicella spaziale NEAR Shoemaker. Quest’ultima, infatti, era atterrata sull’asteroide il 12 febbraio 2001.
Nemitz ha avviato il “Progetto Eros“. Il suo obiettivo è di ottenere il riconoscimento ufficiale per la propria rivendicazione. La NASA ha però rifiutato di pagare la fattura. A tal proposito, ha citato il Trattato sullo spazio extra-atmosferico delle Nazioni Unite (1967). Quest’ultimo, firmato da molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, afferma che lo spazio extra-atmosferico, inclusi gli asteroidi e altri corpi celesti, non può essere soggetto a rivendicazioni. Ciò vale sia per quelle di sovranità nazionale che quelle di proprietà privata.
La denuncia alla NASA per la proprietà di un asteroide
In risposta al rifiuto, Nemitz ha portato la questione in tribunale. L’uomo ha depositato una denuncia per ottenere una sentenza dichiarativa. Egli ha sostenuto che nessun trattato internazionale può modificare o abrogare i diritti costituzionali degli individui. Dunque, ha richiesto 1.107dollari in danni, oltre a una sentenza che annulli le conclusioni della NASA e del Dipartimento di Stato. Al fine di ottenere il riconoscimento della sua rivendicazione come valida.
La questione centrale del caso di Nemitz è il conflitto tra i trattati internazionali e i diritti naturali. Nello specifico, con riferimento a quelli inerenti al diritto dell’uomo di acquisire e possedere proprietà. Nemitz ha sostenuto che il diritto di proprietà è un diritto fondamentale che il governo deve proteggere. Egli teme che se il governo o un trattato internazionale dichiarassero illegale la proprietà privata nello spazio, si perderebbe la legittimità di governare.
Il giudice distrettuale Howard D. McKibben è stato assegnato al caso. Quanto accaduto con Nemitz ha sollevato importanti questioni giuridiche e filosofiche riguardo alla proprietà nello spazio. La questione sfida le norme stabilite dai trattati internazionali e proponendo una visione alternativa del futuro dell’esplorazione spaziale.