Il settore della tecnologia si prepara a una nuova era di supercomputing, caratterizzata da una crescente capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempi ridotti. Al centro di questa rivoluzione si trova la nuova gigafactory computazionale di Elon Musk, situata all’interno della Memphis Supercluster, dove si sta sviluppando un’intelligenza artificiale considerata da Musk la più potente al mondo. Con un obiettivo di completamento fissato per la fine del 2025, il progetto ha già attirato l’attenzione di enti locali e attivisti ambientali, preoccupati per le potenziali conseguenze.
Il supercomputer di Elon Musk
La struttura, che sorge nell’area di Boxtown, già sede della Electrolux AB, si estende su 70.000 metri quadrati. La mancanza di informazioni dettagliate ha sollevato dubbi e timori tra i residenti. Le prime conferenze pubbliche, attese per agosto, dovrebbero chiarire molti aspetti del progetto. Doug McGowen, presidente di Memphis Light, Gas and Water, l’ente responsabile dei servizi alla struttura, ha rivelato di aver appreso dell’iniziativa solo lo scorso marzo, mentre i lavori di costruzione sono già iniziati e circa 100 persone sono attualmente impiegate nel mega stabilimento.
Critiche sono arrivate anche da KeShaun Pearson, direttore di Memphis Community Against Pollution, il quale ha definito irresponsabile la decisione di avviare un progetto di tale portata senza alcun coinvolgimento pubblico. La società xAI, fondata da Musk, ha dichiarato di non richiedere incentivi fiscali e, mentre il Tennessee Valley Authority sta ancora valutando l’iniziativa, la mancanza di comunicazione con i rappresentanti di Musk ha sollevato ulteriori interrogativi.
Parallelamente, Chicago sta cercando di trarre vantaggio dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, con l’annuncio di un nuovo progetto di calcolo quantistico che prevede investimenti statali significativi. Ma queste enormi infrastrutture informatiche comportano un consumo crescente di energia e acqua, con un impatto ambientale potenzialmente devastante. Si stima che il progetto di Musk possa consumare fino a 150 megawatt, sovraccaricando la rete elettrica locale già fragile.
Un grave problema di sostenibilità
In un contesto di cambiamento climatico, le preoccupazioni aumentano riguardo alla disponibilità di acqua e all’inquinamento che un impianto di tale portata potrebbe generare. Secondo stime, Google consuma annualmente 2,3 terawattora di energia per le sue operazioni di IA, mentre i data center richiedono miliardi di litri d’acqua per il raffreddamento. I cittadini di Memphis temono che la nuova struttura possa aggravare la già precaria situazione locale.
Per Elon Musk, affrontare queste sfide richiederà una pianificazione attenta e una comunicazione aperta con le comunità locali. Sarà cruciale dimostrare che l’avvio di questo progetto possa portare benefici tangibili, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche in termini di sostenibilità e impatto sociale.