Il Decreto Autovelox, annunciato nei mesi scorsi dal Ministro Matteo Salvini, inizia a produrre i primi effetti tangibili, con la rimozione di numerosi dispositivi non conformi in diverse località italiane. La situazione è complessa e potenzialmente esplosiva. Si sospetta che una società appaltatrice abbia fornito alle amministrazioni pubbliche strumenti non a norma, portando al sequestro di diverse unità e all’ipotesi di annullamento di migliaia di multe.
Le prime azioni sono partite dalla Provincia di Cosenza e si sono estese rapidamente in altre regioni italiane, coinvolgendo comuni da nord a sud, tra cui Venezia, Formigine, Arcola, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Piadena, Cerignola, Carlentini, Pianezza e San Martino in Pensiliis. La Polizia Stradale ha disattivato diversi autovelox, in particolare nelle aree costiere. Esse sono infatti spesso al centro delle polemiche per le multe elevate degli autovelox durante il periodo estivo, quando il traffico turistico aumenta.
Più autovelox in Italia che negli Stati Uniti
Gli autovelox “accusati” sono postazioni fisse utilizzate per il rilevamento della velocità. In Provincia di Cosenza, la disattivazione ha coinvolto quasi tutta la statale 106, che attraversa numerosi comuni. Oltre ad essa sono stati presi di mira anche i device sulla strada provinciale 234 e sulla statale 107 Silana Crotonese. Queste strade, tutte importanti per la viabilità locale, sono state spesso proprio al centro di contestazioni da parte degli automobilisti. In molti hanno lamentato nel tempo la crescita di autovelox ritenuti ingiusti ed anche non adeguatamente segnalati come invece prevede la legge stradale.
La polemica attorno agli autovelox non è nuova. La differenza è che egli ultimi anni ha assunto dimensioni “epiche”. In Italia, il numero di autovelox supera addirittura quello presente negli Stati Uniti, una situazione che ha sollevato numerose critiche sulla gestione della sicurezza stradale. Il Decreto Autovelox è, a quanto pare, un tentativo di fare chiarezza e uniformare le norme. La rimozione dei dispositivi e l’annullamento delle multe, tuttavia, potrebbero avere conseguenze sulle casse comunali e sulla percezione dell’efficacia delle misure di controllo della velocità come già si supponeva. L’evoluzione della vicenda potrebbe ridefinire il modo in cui avvengono i controlli stradali in Italia: come andrà a finire?