Intel sta attraversando un periodo di crisi, segnato dall’annuncio di una perdita di 1,6 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2024, un dato ben più preoccupante rispetto ai 437 milioni di dollari persi nel trimestre precedente. Per far fronte a questa situazione critica, l’azienda ha deciso di ridurre la propria forza lavoro di oltre il 15%, un passo che coinvolgerà circa 19.000 dei suoi oltre 125.000 dipendenti in tutto il mondo.
La crisi di Intel
Il CEO Pat Gelsinger ha comunicato la notizia in un promemoria interno, evidenziando l’urgenza di ridurre le spese per recuperare la stabilità finanziaria. Per attenuare l’impatto dei licenziamenti, Intel offrirà ai dipendenti interessati migliori condizioni pensionistiche e permetterà di presentare domanda di licenziamento volontario.
La società prevede di ridurre le spese in ricerca e sviluppo e marketing di miliardi di dollari fino al 2026 e di tagliare le spese in conto capitale di oltre il 20% nel 2024. Inoltre, Intel sta ristrutturando le sue operazioni per eliminare lavori non essenziali e ridurre gli sprechi. Anche la filiale Intel Foundry ha subito un duro colpo, registrando una perdita operativa di 2,8 miliardi di dollari nel secondo trimestre.
Le vendite complessive di Intel sono state di 12,8 miliardi di dollari, con un calo dell’1% rispetto all’anno precedente. Sebbene i settori PC e server siano rimasti redditizi, l’azienda affronta sfide significative nella leadership tecnologica, in particolare nel mercato dei chip per server AI, dove Nvidia detiene il predominio.
Nonostante le difficoltà, Intel sta cercando di rilanciarsi con il chip Lunar Lake, previsto per settembre, ma il CFO David Zinsner avverte che l’impatto positivo sarà limitato. Le vere migliorie sono attese con il chip Panther Lake nel 2025, progettato per migliorare la produzione interna e ristrutturare il business. La situazione di Intel, tuttavia, rimane critica, e i prossimi passi saranno seguiti con attenzione dagli investitori.