Durante la copertura commerciale legata alle Olimpiadi, Google aveva iniziato a diffondere il suo spot pubblicitario denominato “Dear Sydney”. L’annuncio è stato però ritirato dopo una serie di critiche ricevute dal pubblico. Lo spot ha ricevuto diverse reazioni negative, espresse dagli utenti sui social. Ma cosa ha scatenato suddette critiche? Nello spot ci sono un padre ed una figlia, pronti a scrivere una lettera all’atleta Sydney McLaughlin-Levrone, idolo della bambina. L’uomo però invece di aiutare la più piccola a scrivere chiede a Gemini di farlo al posto loro.
Rimosso lo spot Gemini dalla copertura pubblicitaria
Lo spot dura 60 secondi è ancora disponibile su internet e tutti gli utenti possono visionarlo. Quest’ultimo ha scatenato reazioni negative. Gli utenti hanno criticato il significato stesso di quest’ultimo. Secondo gli utenti, hanno compromesso quello che significa davvero per i fan scrivere una lettera al proprio idolo. In una lettera di tal tipo, gli utenti esprimono i loro sentimenti e come l’operato delle celebrità possa influenzare le proprie scelte. Tutti dettagli che l’AI non può esprimere.
A tal proposito, Google ha deciso di eliminare l’annuncio. L’azienda ha dichiarato che rispetta i feedback negativi e ha evidenziato che il suo spot non intendeva sostenere che l’AI può sostituire i sentimenti umani. Secondo quanto dichiarato da Google, l’obiettivo era quello di mostrare come Gemini possa fare da base per aiutare e sostenere l’operato umano.
Lo spot di Google mette in evidenza una differenza tra le parole del padre altamente emotive, prima di rivolgersi a Gemini. Mentre la lettera dell’AI sembra essere più un testo standard di presentazione. Il punto focale è la visione che le aziende hanno delle connessioni tra gli esseri umani. Inoltre, quest’ultime vengono in un certo senso sminuite del loro reale valore poiché sembra che possano essere sostituite senza problemi da una serie di concetti espressi dall’intelligenza artificiale. Un concetto che da sempre affligge tutti coloro che hanno delle reticenze nei confronti dell’utilizzo dell’AI.