L’intelligenza artificiale rimpiazzerà l’essere umano? Siamo consapevoli dei rischi a cui andiamo incontro utilizzando l’Ai e conosciamo veramente le sue potenzialità?  La quantità di articoli, informazioni e dibatti riguardo problematiche relative l’etica dell’intelligenza artificiale ha raggiunto dei livelli decisamente alti ma scarseggiano ancora le occasioni tramite le quali poter ottenere piena consapevolezza riguardo cos’è l’intelligenza artificiale e quali sono i prodotti digitali che la utilizzano.

Un sondaggio del 2023 condotto da Ipsos, coinvolgendo ben 31 Paesi, rileva che il 53% degli italiani dichiara di conoscere chiaramente cos’è l’intelligenza artificiale; mentre il 63% è ottimista nell’arrivo di cambiamenti importanti nella propria vita grazie all’intelligenza artificiale. I dati sembrerebbero positivi ma non del tutto coerenti con il Quarto rapporto curato da Ital Communications e l’Associazione Italiana Digital Forensics, in collaborazione con l’Istituto Piepoli e l’Assocomunicatori.

Uno dei dati emersi da quest’ultima indagine è che soltanto il 6% degli intervistati dichiara di conoscere molto l’intelligenza artificiale. Il risultato dimostra l’urgente necessità di intensificare le iniziative volte a istruire gli italiani permettendo loro di acquisire competenze e consapevolezza sull’AI.

Cos’è l’intelligenza artificiale generativa?

 

Tenendo conto delle indicazioni fornite dal Parlamento Europeo, definiamo intelligenza artificiale:

«l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.

L’intelligenza artificiale permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati (già preparati o raccolti tramite sensori, come una videocamera), li processa e risponde.»

Basterà consultare il documento in questione per osservare una panoramica delle applicazioni che fanno ricorso all’intelligenza artificiale: dalle piattaforme dedicate allo shopping online ai motori di ricerca. Conoscere quali oggetti digitali utilizzano l’AI è fondamentale ma è altrettanto importante considerare l’intelligenza anche come un’area della tecnologia costituita da settori differenti.

L’intelligenza artificiale generativa, ad esempio, è una branca dell’AI in grado di generare testo, immagini, video e audio rispondendo alle richieste degli utenti, che possono interrogare il sistema e ottenere risultati che saranno il prodotto di calcoli probabilistici effettuati sulla quantità di dati forniti al sistema durante una fase detta “di addestramento supervisionato“, cioè una tecnica di machine learning che prevede l’etichettatura dei dati e che si distingue dall’addestramento non supervisionato nel quale i dati non vengono etichettati e quindi non sottoposti ad alcun controllo. Il sistema di AI generativa più noto e utilizzato è ChatGPT, addestrato tramite tecniche di apprendimento automatico non supervisionato e ottimizzato tramite apprendimento supervisionato e per rinforzo (Wikipedia).

Intelligenza artificiale

ChatGPT ha favorito l’affermazione dell’intelligenza artificiale generativa come strumento alla portata di tutti, al punto da aver scatenato una sorta di confusione tra motore di ricerca e sistema AI; e da aver influenzato un gran numero di attività ormai fortemente dipendenti dal suo impiego. Svariati settori lavorativi hanno accolto l’intelligenza artificiale e parecchie attività da noi svolte quotidianamente sono state plasmate dall’applicazione di tali strumenti; anche l’istruzione ha dovuto fare i conti con l’entrata in scena dell’intelligenza artificiale, che in quest’ultimo caso è vista soprattutto come una potenziale minaccia per la scuola.

 

Intelligenza artificiale e istruzione: vantaggi e svantaggi

 

Nell’immaginario collettivo favorire l’interazione tra l‘intelligenza artificiale e la scuola potrebbe essere simbolo di degrado e volontà di sminuire l’importanza dell’istruzione sostenendo la crescita di individui che delegheranno i loro compiti all’AI senza sviluppare alcuna competenza o capacità di ragionamento. La questione, in realtà, è molto più complessa.

Innanzitutto, riprendendo quanto affermato in precedenza, la scuola è quel luogo nel quale sarebbe opportuno alimentare la consapevolezza e fare chiarezza circa le mille sfaccettature che costituiscono l’intelligenza artificiale. La scuola è quel luogo nel quale ogni studente dovrà essere in grado di distinguere un prodotto generato da un sistema AI poco affidabile e una notizia ufficiale scovata su un motore di ricerca.

Fatte proprie le competenze basilari necessarie, docenti e studenti potrebbero ottenere una quantità indefinita di vantaggi dall’applicazione degli strumenti forniti dalla tecnologia, che potrebbe consentire di mettere in atto una didattica interattiva, interdisciplinare e personalizzata.

I docenti potrebbero far ricorso a innumerevoli strumenti tramite i quali ottenere risultati precisi e veloci circa il rendimento degli studenti senza dover sentirsi minacciati dalla presenza della nuova tecnologia, la quale non avrà lo scopo di rimpiazzarli bensì di accompagnarli nel loro percorso.

AI

Gli studenti potrebbero essere educati alla cautela nell’utilizzo di tali risorse ed esortati a interagire durante l’apprendimento in maniera innovativa e stimolante. L’intelligenza artificiale, inoltre, potrebbe rappresentare uno strumento in grado di favorire l’inclusività.

I vantaggi, insomma, sarebbero numerosi ma non per questo esuli da rischi che potrebbero riguardare la privacy e la condivisione di dati. A riguardo sono state già avviate svariate iniziative, primo fra tutti l’AI Act, che rende l’Europa la prima ad avere regolamentato ufficialmente l’intelligenza artificiale; la Guidance for generative AI in education and research, che propone delle linee guida per l’utilizzo dell’AI nelle scuole; e il documento The Future of Education and Skills: Education 2030 dell’OCSE, che si esprime tenendo conto anche della necessità di dare uno sguardo al futuro e preparare gli studenti al mondo lavorativo che verrà.

Conclusioni

Definire positiva o negativa l’applicazione dell’AI alla scuola così come a qualsiasi settore abbia risentito della sua influenza appare a nostro parere riduttivo. Al fine di educare cittadini consapevoli ma in grado di destreggiarsi con preparazione e senza alcuna esitazione nella realtà che ci circonda, sarebbe opportuno conoscere e valutare le circostanze così da comprendere in quali occasioni è possibile ottenere dei vantaggi e come è possibile ottenerli senza mettere a rischio la propria privacy. Sarebbe fondamentale, inoltre, tenere conto di tutti gli effetti negativi ai quali potremmo andare incontro, come l’alimentare la tendenza a trascorrere una quantità eccessiva di tempo davanti ai dispositivi elettronici o la dipendenza da questi ultimi così da poter adottare un approccio sano e moderato.

 

 

 

 

 

Articolo precedenteiPhone 17: la fotocamera sarà aggiornata su tutti i modelli
Articolo successivoCon Kena ottieni 230GB e un buono Amazon a meno di 7€