Suddetto software è integrato con l’hardware NVIDIA. Un processo che ha reso difficile per i concorrenti entrare nel mercato senza utilizzare le GPU prodotte dall’azienda. L’indagine parte proprio da qui per stabilire se tale integrazione abbia davvero impedito alla concorrenza di competere in modo equo. Inoltre, bisognerà comprendere se NVIDIA abbia sfruttato la propria posizione per escludere gli altri attori del settore.
C’è un ulteriore punto da analizzare. Quest’ultimo riguarda la politica dei prezzi di NVIDIA. Il DOJ sta lavorando per comprendere se l’azienda ha applicato dei costi superiori
per le attrezzature dei data center relativi alle GPU acquistate dai fornitori della concorrenza. Continuando su tale scenario, si indaga anche sulle pratiche commerciali di NVIDIA. Nello specifico, si fa riferimento alle accuse poste dai dirigenti delle aziende della concorrenza che hanno parlato dell’azienda come se fosse un “cartello” delle GPU.Tali affermazioni sembrano sottolineare che NVIDIA abbia esercitato delle pressioni sui clienti per dissuaderli dal collaborare con altri fornitori per quanto riguarda il settore AI. Una tattica che ha permesso all’azienda di mantenere il proprio monopolio.
Le implicazioni dell’indagine potrebbero rivelarsi significative. Non solo per NVIDIA, ma per l’intero mercato. Se il DOJ dovesse trovare prove di pratiche, l’azienda potrebbe essere costretta a modificare le sue strategie. Ciò potrebbe portare a una maggiore apertura del mercato. Favorendo l’innovazione con una potenziale riduzione dei costi. Al momento, il DOJ sta ancora raccogliendo prove e non è stata presa alcuna decisione definitiva.