Venere, uno dei pianeti meno conosciuti del sistema solare, potrebbe riservare delle sorprese inaspettate e persino vita microbiotica.

Recenti scoperte atmosferiche hanno riacceso l’interesse scientifico sulla possibilità di vita su Venere, il secondo pianeta del sistema solare. Un team di ricercatori guidato da Jane Greaves dell’Università di Cardiff ha rilevato la presenza di fosfina e ammoniaca nell’atmosfera venusiana, sollevando interrogativi intriganti sulla loro origine e alimentando speculazioni riguardo all’esistenza di forme di vita microbica.

 

La presenza di agenti chimici sospetti su Venere

Le osservazioni, effettuate con il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) alle Hawaii e il Green Bank Telescope in Virginia Occidentale, hanno fornito dati 140 volte più dettagliati rispetto a quelli precedenti. Dave Clements, astrofisico dell’Imperial College di Londra e membro del team di ricerca, ha sottolineato la complessità della situazione: “Non sappiamo come si producano fosfina o ammoniaca in un’atmosfera ossidante come quella di Venere”.

Questi composti chimici suscitano grande interesse, poiché la loro presenza è difficile da spiegare in un ambiente tanto ostile. La superficie di Venere presenta temperature in grado di fondere il piombo e una pressione atmosferica schiacciante, rendendo l’idea di vita praticamente impossibile. Tuttavia, gli scienziati ipotizzano che, se esistesse vita su Venere, essa potrebbe trovarsi ad alta quota, dove le condizioni sono relativamente più favorevoli.

Particolarmente rilevante è il ruolo potenziale dell’ammoniaca, che potrebbe rendere l’ambiente più abitabile. Mescolata con il diossido di zolfo, neutralizza parte dell’acidità delle nuvole di acido solforico, creando goccioline compatibili con alcune forme di vita estremofila conosciute sulla Terra. Clements afferma: “È ancora terribilmente acido, ma rende le goccioline compatibili almeno con alcune forme di vita estremofila acidofila”.

 

L’approccio cauto degli scienziati

Nonostante l’entusiasmo per queste scoperte, gli scienziati mantengono un approccio cauto. Esiste la possibilità che fosfina e ammoniaca abbiano origini non biologiche, come processi vulcanici o reazioni fotochimiche. La missione JUICE dell’Agenzia Spaziale Europea, prevista per un sorvolo di Venere nell’agosto 2025, potrebbe fornire ulteriori informazioni cruciali.

Presentate al National Astronomy Meeting 2024 nel Regno Unito, queste scoperte stimolano un intenso dibattito nella comunità scientifica e rinnovano l’interesse per l’esplorazione di Venere, un pianeta spesso trascurato nelle ricerche sulla vita extraterrestre. 

Aggiungendo un tocco di curiosità, la NASA ha recentemente trasmesso una canzone di Missy Elliott verso Venere, utilizzando la sua rete di antenne Deep Space Network. Il brano scelto, “The Rain (Supa Dupa Fly)”, rappresenta un’interessante connessione culturale tra la Terra e il pianeta misterioso.

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