Nelle ultime ore, X, la piattaforma social precedentemente nota come Twitter, ha fatto causa a un ampio gruppo di inserzionisti, accusandoli di aver organizzato un boicottaggio illegale. Tra i brand coinvolti figurano giganti come Unilever, Mars, CVS, Ørsted e molti altri, riuniti sotto l’egida della World Federation of Advertisers (WFA) nell’ambito dell’iniziativa GARM (Global Alliance for Responsible Media). Secondo Elon Musk e il suo team, questi marchi avrebbero cospirato per “negare collettivamente miliardi di dollari di introiti pubblicitari” a X, danneggiando così la piattaforma.
GARM è un’alleanza che impegna i suoi membri a non pubblicizzare i propri prodotti su piattaforme che non rispettano determinati standard etici e di sicurezza. Con l’acquisizione di Twitter, Musk ha adottato scelte controverse in termini di moderazione dei contenuti, eliminando gran parte del team preposto. Ciò ha portato a un aumento significativo di contenuti problematici, tra cui incitamenti all’odio, teorie complottiste ed estremismo politico, secondo numerosi osservatori esterni.
Nonostante le critiche, X è stata riammessa a GARM lo scorso mese, un evento annunciato con soddisfazione dalla stessa piattaforma. Tuttavia, Musk non ha esitato a criticare apertamente gli inserzionisti che avevano abbandonato il social, come dimostrato in una recente intervista pubblica in cui ha espresso in modo colorito il suo disappunto. Anche Linda Yaccarino , amministratrice delegata della piattaforma, ha discusso della denuncia in un video messaggio, ribadendo che “i fatti sono dalla nostra parte”.
Musk ha inoltre esortato altre imprese che ritengono di essere state boicottate a seguire l’esempio di X e sporgere denuncia, suggerendo la possibilità di configurare un reato penale in base al RICO (Racketeer Influenced and Corrupt Organizations) Act. Tuttavia, secondo alcune fonti, tra cui il sito specializzato Techdirt e l’organizzazione Check My Ads, Musk e X potrebbero non avere un caso solido. Il primo emendamento della Costituzione garantisce infatti agli inserzionisti la libertà di scegliere dove pubblicare i propri annunci, e Check My Ads sottolinea che evitare di finanziare una piattaforma che promuove odio e cospirazioni è un diritto legittimo.
Le recenti avventure legali di Musk non sono state particolarmente fortunate. La sua denuncia contro il Center for Countering Digital Hate (CCDH) per diffamazione è stata archiviata, e ha perso la causa contro una società di data scraping. Inoltre, ha recentemente ritirato e poi ripresentato una denuncia contro i co-fondatori di OpenAI, accusandoli di averlo ingannato nel far parte dell’organizzazione.