Il governo cinese ha presentato formalmente un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) in risposta alla decisione della Commissione Europea di imporre nuovi dazi sulle auto elettriche prodotte nel Paese. Questi dazi hanno già generato parecchie polemiche all’interno dell’Unione Europea per diverse ragioni valide. Alcuni Stati membri sono contrari a tale mossa e diversi costruttori sono preoccupati per le possibili conseguenze economiche che questa strategia potrebbe portare.
Pechino, che aveva già avvertito di possibili ritorsioni, ha ora scelto di agire attraverso il WTO. Il Governo si rivolge al dipartimento per la risoluzione delle controversie tra gli Stati membri. La Cina cerca così di salvaguardare i diritti e gli interessi della sua industria delle auto elettriche. In questo modo vuole anche provare a mantenere la cooperazione con l’Unione Europea e garantire la stabilità della filiera di fornitura. Il governo cinese è più che convinto che la decisione dell’UE violi le regole del WTO e che gravi sulla cooperazione globale.
Dopo i dazi, rapporti più roveti tra Cina e Europa
I rapporti tra la Cina e l’Unione Europea sono diventati sempre più tesi negli ultimi mesi. Questi sono peggiorati dopo che la Commissione Europea ha allineato la sua politica nei confronti di Pechino a quella degli Stati Uniti. L’introduzione poi dei dazi sulle auto elettriche non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco, spingendo la Cina a reagire. Le case automobilistiche cinesi più colpite da questi dazi sono SAIC, con una tariffa doganale del 37,6%, Geely con il 19,9% e anche la BYD con il 17,4%.
Le tariffe sono state determinate in base al livello di cooperazione offerto durante l’indagine della Commissione Europea. I dazi sono però provvisori e saranno in vigore fino a novembre. In quel mese gli Stati membri dell’UE dovranno votare per una decisione definitiva che, nel caso in cui fosse permanente, li estenderà per cinque anni. Il ricorso della Cina al WTO si aggiunge alle critiche di alcune associazioni e industrie europee. La loro paura più è che l’adozione di dazi definitivi possa innescare una guerra commerciale con ripercussioni negative su entrambe le economie.