Si parla in continuazione di auto elettriche ormai e forse uno dei temi più dibattuti riguarda il riciclo, lo smaltimento e il riuso delle loro batterie a sostegno della sostenibilità. C’è stata una crescita di questi veicoli sulle strade e con tale fenomeno capire come riutilizzare queste componenti diventa importantissimo per l’ambiente e per l’economia. Quando le batterie raggiungono un certo punto della loro vita non possono più alimentare un’auto, ma questo non vuol dire che non possano ancora essere sfruttate per altri compiti. Porsche, ad esempio, ha ultimamente creato un progetto che vede coinvolte le batterie elettriche in disuso delle sue Taycan e la sua fabbrica di Lipsia. Cos’ha di speciale? L’impianto di accumulo della struttura è stato costruito interamente con le batterie usate delle Taycan di pre-serie e pre-produzione.
L’impianto è gigantesco, grande quasi quanto due campi da basket e contiene ben 4.400 batterie. Grazie ad una capacità totale di 5 MW ed una capacità di 10 MWh, il sistema è in grado addirittura di immagazzinare una quantità eccezionale di energia. La cosa migliore è che può essere utilizzato in situazioni di emergenza, come ad esempio durante un blackout improvviso.
L’iniziativa di Porsche non è solo un esempio di riutilizzo intelligente delle batterie, ma fa parte di un impegno più ampio per la sostenibilità. La fabbrica di Lipsia, infatti, ha raggiunto lo status di “fabbrica a zero emissioni” già 3 anni fa circa, segno di quanto la Porsche cerchi da anni di essere più ecologica possibile. Ha effettuato infatti una serie di interventi mirati a migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale. L’elettricità immagazzinata nel nuovo sistema di accumulo è poi (almeno in parte) generata dai pannelli solari installati sul tetto dello stabilimento.
Questo impianto non solo alimenta la fabbrica, ma contribuisce a renderla una delle più efficienti e sostenibili al mondo. L’iniziativa di Porsche è un esempio concreto, perfetto per far comprendere come l’industria automobilistica possa evolversi. Il progetto di Lipsia è solo l’inizio (si spera) di un percorso molto più grande che potrebbe vedere sempre più batterie, anche di altre aziende, riutilizzate in modo innovativo e soprattutto sostenibile.