La Commissione Europea sta valutando attentamente di apportare un cambiamento importante nelle regole per il calcolo dell’impronta di CO2 delle batterie. Saranno probabilmente comprese tutte le tipologie, anche quelle destinate alle auto elettriche. Attualmente, l’impronta di carbonio viene calcolata in base all’energia elettrica effettivamente utilizzata durante la produzione. L’impatto, seguendo l’approccio esistente, può essere ridotto grazie l’uso di energia rinnovabile all’interno degli stabilimenti produttivi.
La modalità di calcolo ha finora premiato le aziende che hanno investito in sostenibilità, consentendo loro di produrre batterie con un’impronta di CO2 inferiore. Ciò però potrebbe presto cambiare. La Commissione Europea ha proposto una modifica che, fra circa 3 anni, potrebbe basare il calcolo dell’impronta di carbonio sul mix energetico nazionale del Paese in cui si trova lo stabilimento di produzione e non su quanta energia viene effettivamente utilizzata.
Impianti ecosostenibili per le batterie: non più attrattivi?
La proposta ha suscitato reazioni immediate e non positive. L’industria automobilistica tedesca è infatti preoccupata che la nuova metodologia possa penalizzare i produttori che hanno stabilimenti nei Paesi dove il mix energetico non dipende da loro ed è meno sostenibile. In Germania, ad esempio, l’uso di carbone e gas naturale è ancora parecchio. Si parla di un utilizzo ancora significativo, soprattutto rispetto ad altri come la Francia, dove il nucleare ha un ruolo maggiore e porta ad un livello di CO2 molto inferiore.
Il cambiamento proposto potrebbe poi disincentivare gli investimenti in impianti produttivi a basso impatto ambientale. Questi non offrirebbero più un vantaggio in termini di impronta di carbonio del prodotto finale e costerebbero troppo per non avere lati positivi. L’industria automobilistica teme che la nuova regola possa ridurre l’attrattiva di molte delle sedi produttive di batterie attualmente esistenti. La proposta della Commissione Europea ha sollevato preoccupazioni anche per il possibile impatto sugli investimenti futuri in tecnologie verdi e sulla competitività dell’industria automobilistica europea nel suo complesso. La questione continuerà a scatenare dibattiti e saranno molte implicazioni per il settore industriale e per le politiche energetiche a livello europeo.