Negli ultimi anni, diverse città europee hanno adottato misure sempre più rigide per regolamentare gli affitti a breve termine, come quelli offerti da piattaforme come Airbnb. Queste iniziative mirano a contrastare l’aumento dei prezzi immobiliari e a migliorare l’accessibilità abitativa per i residenti.
Barcellona, in particolare, ha recentemente annunciato un piano radicale: eliminare tutti i circa 10.000 annunci di affitti a breve termine entro il 2028. Questa decisione segue anni di proteste contro il turismo di massa e l’impennata dei costi abitativi nella città catalana, ponendo Barcellona tra le città con le politiche più severe a livello globale.
Altre città europee stanno intraprendendo azioni simili. Lisbona, per esempio, ha vietato nuove licenze per affitti a breve termine in alcune aree storiche dal 2018. Questo divieto ha portato a una diminuzione dei prezzi delle case nelle zone colpite, che sono scesi del 9% rispetto ad altre aree della capitale portoghese. Amsterdam ha adottato un limite di 30 notti all’anno per gli affitti a breve termine, riducendo il numero di annunci da 12.000 nel 2019 a circa 5.000 attualmente.
A Firenze, un divieto nel centro storico introdotto nel 2023 è stato recentemente annullato da un tribunale regionale, provocando un’impennata del 10% nelle richieste di licenze Airbnb in pochi giorni. Questo cambiamento ha suscitato preoccupazioni tra i residenti, che temono ulteriori pressioni sui prezzi degli affitti.
Gli esperti avvertono che le restrizioni sugli affitti a breve termine da sole potrebbero non risolvere completamente la crisi abitativa. È necessaria una combinazione di misure, come l’aumento dell’offerta di alloggi e la regolamentazione degli investimenti immobiliari stranieri, per affrontare il problema in modo efficace.
Airbnb ha dichiarato di essere favorevole a un approccio normativo uniforme a livello dell’UE, auspicando regolamentazioni più coerenti in tutta Europa. La situazione è in continua evoluzione e le misure adottate contro gli affitti brevi potrebbero essere solo l’inizio di interventi più ampi e incisivi.