Mercato auto in Italia: il Tavolo Automotive ha analizzato diversi temi caldi

Nel mondo delle auto in Italia si sta vivendo un periodo di forte crisi intervallato da piccoli sussulti di ripresa. Ovviamente la questione ha radici che affondano nel periodo del COVID, quando purtroppo ci fu una forte recessione. Ad oggi acquistare un’auto è diventato difficile per le persone ma allo stesso tempo ci sono anche delle esemplificazioni come gli incentivi.

Durante l’ultimo Tavolo Automotive convocato il 7 agosto si è parlato non solo dell’Ecobonus e su come organizzarlo nei prossimi anni, ma anche di altri temi molto importanti. I sindacati si sono detti insoddisfatti di quanto fatto al momento per il rilancio del settore auto in Italia. Si vocifera ormai da tempo di un accordo tra Stellantis e il governo italiano sull’aumento della produzione, cosa che più volte era data per fatta ma che non è stata mai concretizzata. Proprio per questo motivo ora i sindacati richiedono dei chiarimenti urgenti.

Settore auto in Italia: tante incongruenze e la necessità di un piano condiviso

Stando a quanto riportato, Fiom-Cgil richiede un piano strategico condiviso. Al centro di quest’ultimo dovrebbero esserci innanzitutto i lavoratori che sono il motore per rilanciare il settore auto in Italia.

È il momento di agire concretamente, anche a livello europeo. È necessario raggiungere un’intesa complessiva sul settore, che preveda un significativo stanziamento di risorse economiche e normative per una transizione equa. Questa transizione deve essere incentrata sui lavoratori coinvolti nella ricerca, sviluppo e produzione, stimolando investimenti privati, anche da parte di altre case automobilistiche, e rafforzando la filiera della componentistica. Stellantis, come colonna portante dell’industria automobilistica in Italia, deve ora chiarire le proprie strategie riguardo a marchi, modelli, stabilimenti e previsioni di budget sui volumi. È il momento di bloccare le uscite e ridurre progressivamente il ricorso alla cassa integrazione, esplorando la possibilità di riduzioni dell’orario di lavoro supportate da politiche pubbliche, anche per l’indotto, con l’obiettivo di riavviare un piano di assunzioni e formazione delle competenze. Un anno di discussioni non ha portato cambiamenti concreti. I dati sono evidenti: nell’ultimo anno, la cassa integrazione è aumentata e gli investimenti, specialmente in ricerca, sviluppo e produzione, non sono stati realizzati. Siamo l’unico paese europeo nel settore automobilistico a non produrre batterie, e i nostri volumi stanno diminuendo, nonostante i consistenti incentivi all’acquisto finanziati con risorse pubbliche“.

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