Il recente Tavolo Automotive presso il MIMIT ha portato alla luce diverse problematiche nell’industria. All’evento, dove il ministro Urso ha delineato i nuovi incentivi per il settore, si è evidenziato un contesto industriale ancora fragile. Purtroppo i livelli pre-pandemia restano un mero miraggio. Durante l’incontro hanno posto l’attenzione non soltanto sulla positività dei risultati degli incentivi e sul loro futuro (probabile) rinnovo, ma anche sui tasti più dolenti. Si è parlato in particolare delle criticità che affliggono il mercato automobilistico italiano al momento. Giuseppe Manca, responsabile delle risorse umane e relazioni industriali di Stellantis, ha dichiarato in un’intervista che l’azienda ha rinnovato la propria volontà di collaborare con il governo italiano.
La Manca ha sottolineato che Stellantis ha sviluppato un piano dettagliato per ogni stabilimento in Italia e per ciascuno ha un preciso obiettivo che deve essere raggiunto. Questo piano, che è stato condiviso con i sindacati, cerca di garantire la sostenibilità e al contempo la competitività degli impianti italiani del gruppo.
12.000 dipendenti Stellantis potrebbero perdere il lavoro
Non mancano preoccupazioni significative anche quando si parla del rapporto con Stellantis. Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim-Cisl, ha parecchi dubbi riguardo al futuro occupazionale nelle fabbriche di Stellantis e nell’indotto collegato. A suo parere, se non dovessero prese le giuste misure al più presto, entro il prossimo anno si esauriranno gli ammortizzatori sociali. Ciò, come effetto, metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro. Si stima infatti che circa 12.000 dipendenti di Stellantis potrebbero perdere il lavoro, a meno che non si intervenga prima che sia tardi.
Allo stesso tempo il Governo ha presentato il progetto per i prossimi incentivi. In esso potrebbero includere misure per favorire le auto con più componenti prodotte in Italia ed Europa per cercare di sostenere la produzione nazionale. Anche con questa aggiunta potrebbe però essere tardi. L’eventuale entrata in vigore di tali misure non avverrà prima del prossimo anno, un ritardo che potrebbe essere fatale per molti posti di lavoro nel settore. La situazione resta dunque incerta, con l’industria automobilistica italiana che cerca di affrontare le acque torbide del momento e i rapporti con Stellantis da definire. La visione è tetra quanto sostiene Uliano o ci sarà una qualche ripresa?