News

Il tempo: Un viaggio tra relatività, antichi egizi e curiose abbreviazioni

Per noi, osservatori con i piedi ben piantati su un pianeta roccioso, la differenza è generalmente minima. Eppure, questa sottile variazione temporale è cruciale quando osserviamo l’universo o determiniamo le coordinate GPS. Abbiamo persino calcolato con precisione quanto più velocemente il tempo scorra sulla Luna e sappiamo che gli astronauti diretti su Marte sperimenteranno piccole quantità di dilatazione temporale. Un vero e proprio viaggio nel tempo, seppur in miniatura!

Ma mentre gli scienziati si arrovellano su questioni fondamentali come l’origine del “ticchettio” del tempo e come lo percepiamo, molte persone si pongono domande apparentemente più banali, ma non meno intriganti. Cosa significano esattamente AM e PM? E da cosa deriva l’abbreviazione “o’clock”?

Fortunatamente, queste curiosità hanno risposte più accessibili. Partiamo dalla divisione del giorno in 24 ore. Un giorno è definito dal tempo che impiega la Terra a ruotare attorno al proprio asse rispetto al Sole. Ma perché proprio 24 ore?

La risposta ci porta in un affascinante viaggio nel tempo, fino all’antico Egitto. Gli egizi, anziché usare il sistema decimale, utilizzavano la base 12. “La notte era divisa in 12 ore, basate sull’osservazione delle stelle“, spiega il Dr. Nick Lomb, curatore di astronomia all’Osservatorio di Sydney. Gli egizi avevano un sistema di 36 gruppi stellari chiamati ‘decani’

, scelti in modo che ogni notte un decano sorgesse 40 minuti dopo il precedente. Incredibilmente, sono state trovate tabelle per determinare l’ora notturna osservando i decani all’interno dei coperchi delle bare. A quanto pare, anche i defunti avevano bisogno di conoscere l’ora!

Gli egizi aggiunsero poi altre due ore per il crepuscolo e il tramonto, arrivando così alle nostre 24 ore. La divisione in 60 minuti e secondi, invece, la dobbiamo ai babilonesi, che ereditarono il sistema in base 60 dai sumeri.

E “o’clock”? La sua origine è sorprendentemente semplice. È una contrazione della frase in inglese medio “of the clokke”, ovvero “dell’orologio”. Evidentemente, dire “of the clock” richiedeva troppo tempo (ironico, vero?), e così venne abbreviato in “o’clock”. La prima istanza registrata di questo uso risale al 1560. Per un certo periodo, una frase rivale “a clock” fu anche utilizzata, ma sembra essere scomparsa nel XIX secolo, con “o’clock” che è diventata l’abbreviazione preferita.

Così, la prossima volta che guarderete l’orologio, ricordatevi: state osservando un pezzo di storia che collega gli antichi egizi, i babilonesi e l’inglese medievale in un unico, affascinante strumento per misurare il flusso del tempo!

Condividi
Pubblicato da
D'Orazi Dario