Elon Musk ha ospitato Donald Trump su X, ma, come accaduto lo scorso anno con Ron DeSantis, anche questo incontro ha visto problemi tecnici. La chiacchierata, che si è svolta su Spaces, ha sofferto di disguidi che hanno rovinato l’evento. Musk ha attribuito i disagi a un presunto “massiccio attacco DDoS” contro la piattaforma, ma secondo quanto riferito a The Verge da un dipendente di X, non ci sono prove di un attacco hacker. Il membro dello staff ha anzi suggerito che la probabilità che Musk abbia fornito una spiegazione falsa sia molto alta.
La conversazione tra Musk e Trump, prevista per le 20:00 ora locale (2:00 in Italia), è iniziata con ben 42 minuti di ritardo. Durante questo intervallo, Musk ha aggiornato gli ascoltatori sulla situazione, spiegando che, a causa dell’attacco DDoS, il numero di partecipanti a Spaces era stato limitato, nonostante il sistema fosse stato testato con successo per gestire fino a 8 milioni di ascoltatori simultanei. Alla fine, la partecipazione si è attestata su 915.000 utenti.
Durante il lungo scambio di battute, Musk ha anche lanciato un attacco contro l’Unione Europea, definendola una “organizzazione straniera non democratica” e una “nemica della libertà di parola”. Il bersaglio principale è stato il Digital Services Act, una normativa europea che impone ai social media di limitare la diffusione di contenuti illeciti e fake news. Linda Yaccarino, CEO di X, ha criticato la legge come un tentativo senza precedenti di estendere regolamenti europei alle attività politiche negli Stati Uniti, considerandolo un’ingerenza negli affari interni del paese. In risposta alle critiche, Musk ha rivolto un insulto volgare al Commissario europeo Thierry Breton.
Il confronto tra Musk e Trump non è stato solo un’occasione di discussione politica, ma ha anche messo in luce le tensioni tra le piattaforme social e le regolamentazioni internazionali, rivelando ulteriori frizioni tra l’industria tech e le autorità regolatorie.