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Paul Buchheit: Google sta perdendo la sua leadership nell’IA

Paul Buchheit, noto come il creatore di Gmail, ha recentemente espresso preoccupazione riguardo alla direzione che Google sta prendendo nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). Secondo Buchheit, l’azienda rischia di perdere il suo predominio nel settore delle ricerche online a causa di un’importante opportunità mancata nel campo dell’IA. Le sue dichiarazioni arrivano in un momento critico per Google, recentemente accusata di comportamento monopolistico dal giudice Amit Mehta in un caso antitrust.

 

Paul Buchheit e la sua visione del modello di business di Google

Buchheit ha ricordato che, fin dalla sua fondazione nel 1998, Google è stata pensata dai suoi cofondatori, Larry Page e Sergey Brin, come una società orientata all’intelligenza artificiale. Tuttavia, questa visione sembra essersi offuscata dopo la riorganizzazione del 2015, quando Alphabet è diventata la società madre e Sundar Pichai ha assunto il ruolo di CEO. I cofondatori si sono ritirati in ruoli meno operativi, e l’attenzione dell’azienda si è spostata su altre priorità

Nonostante Google possieda le risorse, i dati e il talento necessari per competere con colossi come Microsoft e OpenAI nel settore dell’IA, i risultati sono stati spesso deludenti. Un esempio emblematico è la funzione Google AI Overviews, che ha prodotto risposte errate

e potenzialmente dannose, segnalando una mancanza di preparazione da parte dell’azienda.

Buchheit ha anche rivelato che, prima della riorganizzazione, Google aveva già sviluppato tecnologie avanzate come una versione primitiva di DALL-E 3 e un chatbot IA chiamato Lambda. L’azienda ha però scelto di concentrare i suoi sforzi sul mantenimento del dominio nel settore delle ricerche, trascurando le opportunità emergenti offerte dall’IA.

Il modello di business di Google, basato sulla vendita di pubblicità attraverso il motore di ricerca, è ora minacciato da strumenti innovativi come ChatGPT e Copilot, che stanno cambiando il modo in cui gli utenti interagiscono con internet. Le sfide che questi strumenti affrontano, come la disinformazione e i tempi di inattività, continuano a mantenere una certa preferenza per i metodi di ricerca tradizionali.

 

Massimizzare i profitti, ma a che costo per il futuro?

Buchheit ha sottolineato la tensione esistente tra la redditività e la fornitura di risposte accurate, suggerendo che Google potrebbe essere tentata di manipolare i risultati delle ricerche per massimizzare i profitti pubblicitari. Sebbene la cautela di Google nell’adozione dell’IA possa essere dettata dalla volontà di evitare problemi normativi, questa strategia potrebbe rivelarsi costosa in un mercato in rapida evoluzione.

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Pubblicato da
Margherita Zichella