Immaginate la scena: siete comodamente seduti sul vostro volo intercontinentale, pronti per un lungo viaggio. Il carrello delle bevande si avvicina e voi, per rilassarvi, ordinate un bicchiere di vino o un cocktail. Ma attenzione: quello che sembra un innocuo piacere potrebbe nascondere insidie per la vostra salute cardiaca.

Un recente studio condotto dall’Istituto di medicina aerospaziale del Centro aerospaziale tedesco ha gettato nuova luce su un fenomeno poco conosciuto: l’impatto dell’alcol sul nostro corpo durante i voli a lungo raggio. I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Thorax, sono sorprendenti e meritano la nostra attenzione.

Ma cosa succede esattamente al nostro organismo? Il dottor Hans Schmidt, capo ricercatore dello studio, spiega: “L’alta quota già di per sé rappresenta una sfida per il nostro corpo. La pressione atmosferica più bassa riduce l’ossigenazione del sangue, costringendo il cuore a lavorare di più. Aggiungere alcol a questa equazione è come gettare benzina sul fuoco”.

I numeri parlano chiaro: nei volontari che hanno simulato un volo in alta quota, la saturazione di ossigeno nel sangue è scesa all’88%, precipitando addirittura all’85% dopo aver consumato alcol. Per capirci, un livello inferiore al 90% è considerato preoccupante dai medici.

Ma non è tutto. La frequenza cardiaca aumenta significativamente, in un disperato tentativo del corpo di compensare la carenza di ossigeno. “È come se il cuore andasse in overdrive“, commenta la dottoressa Maria Bianchi, cardiologa non coinvolta nello studio. “Per una persona sana potrebbe non essere un problema immediato, ma per chi ha una salute cardiovascolare fragile o per gli anziani, il rischio è concreto”.

Ciò che rende questi risultati ancora più allarmanti è che lo studio è stato condotto su giovani adulti in perfetta salute. Cosa potrebbe accadere a chi soffre già di problemi cardiaci? E agli anziani, che spesso approfittano dei lunghi voli per concedersi un bicchierino?

La comunità scientifica ora si interroga: è il momento di ripensare la politica delle compagnie aeree sulla somministrazione di alcolici? Il professor Luigi Verdi, esperto di medicina aeronautica, propone: “Non si tratta di proibire, ma di informare. I passeggeri devono essere consapevoli dei rischi che corrono”.

Nel frattempo, cosa possiamo fare per proteggerci? Gli esperti consigliano di limitare il consumo di alcol durante i voli, soprattutto se si ha intenzione di dormire. Se proprio non riuscite a rinunciare al vostro drink preferito, considerate di sostituirlo con un’alternativa analcolica o, almeno, di ridurne la quantità.

Ricordate: ciò che sembra un innocuo piacere potrebbe trasformarsi in un rischio inaspettato. La prossima volta che vi troverete a 10.000 metri di altezza, pensateci due volte prima di ordinare quel bicchiere di vino. Il vostro cuore vi ringrazierà.

Articolo precedenteVolkswagen Tayron: la nuova Tiguan Allspace a 7 posti
Articolo successivoDAZN e Amazon: il grande match che cambierà il calcio in TV