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Scandalo Team Pixel: influencer e clausole anti-concorrenza

Google si trova al centro di una controversia legata al suo programma Team Pixel, destinato agli influencer, dopo l’introduzione di nuove clausole nell’accordo per la promozione degli smartphone Pixel 9. Le condizioni imposte dall’azienda vietavano ai partecipanti di mostrare dispositivi concorrenti e minacciavano l’esclusione dal programma in caso di preferenza per altri marchi. Questa vicenda ha sollevato un dibattito sull’etica nel mondo degli influencer tech e sulle dinamiche dei rapporti tra le aziende e i creatori di contenuti.

 

Le clausole problematiche di Team Pixel

The Verge ha confermato l’autenticità degli screenshot dell’accordo circolati online, che hanno rivelato queste clausole controverse. Molti content creator hanno manifestato la loro frustrazione, trovandosi costretti a scegliere tra l’accesso anticipato ai prodotti e la propria integrità professionale. In risposta alle critiche, Google ha chiarito che il programma Team Pixel è distinto dalle iniziative dedicate alla stampa e ai recensori tech. Kayla Geier, responsabile della comunicazione dell’azienda, ha riconosciuto l’errore e ha dichiarato che il linguaggio problematico è stato immediatamente rimosso dal modulo.

L’azienda ha inoltre precisato che i termini contestati non si applicano ai programmi di recensione ufficiali

, che continuano a seguire rigorose politiche etiche. Team Pixel, gestito dall’agenzia PR 1000heads, ha l’obiettivo di fornire dispositivi in anteprima a influencer e appassionati per generare interesse, senza richiedere analisi approfondite. Il programma offre una maggiore visibilità agli influencer coinvolti, in cambio della promozione del prodotto.

Adam Matlock, recensore tech su YouTube, ha spiegato di aver aderito al programma per ottenere i telefoni in anticipo, un vantaggio per chi lavora nel settore. Tuttavia, con l’introduzione delle nuove restrizioni, alcuni influencer, come Kevin Nether del canale The Tech Ninja, hanno deciso di abbandonare il programma, ritenendo inaccettabile l’obbligo di utilizzare un solo prodotto.

Questo episodio ha messo in luce le zone grigie nel mondo degli influencer, dove mancano spesso linee guida chiare e la trasparenza è limitata. La Federal Trade Commission sta cercando di contrastare recensioni false e fuorvianti, ma la situazione resta complessa. Il caso Team Pixel riflette la necessità di maggiore chiarezza e regole più stringenti nei rapporti tra aziende tech e creator di contenuti, per garantire una maggiore tutela dei consumatori.

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Pubblicato da
Margherita Zichella