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Test privacy 2024: Italia in difficoltà sulla sicurezza informatica

La consapevolezza globale sulla privacy online e la sicurezza informatica sta calando, nonostante l’importanza crescente di questi temi. Questo allarmante dato emerge dall’ultima ricerca condotta da NordVPN attraverso il National Privacy Test (NPT) del 2024, che ha coinvolto oltre 25.000 partecipanti da 181 Paesi. Il punteggio medio globale si è attestato a 58 su 100, con un calo rispetto ai 61 punti registrati l’anno precedente. Anche l’Italia ha seguito questa tendenza, scendendo dall’8° all’11° posto nella classifica globale.

 

Una consapevolezza sempre minore dei rischi

Un aspetto particolarmente preoccupante emerso dal rapporto riguarda la drastica diminuzione del numero di “Cyber Star” in Italia, ossia quegli utenti considerati esperti in materia di privacy e sicurezza online. Questo dato sottolinea una conoscenza ancora limitata nel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda i rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nel contesto lavorativo, settore in cui l’AI sta rapidamente prendendo piede.

Secondo Marijus Briedis, Chief Technology Officer di NordVPN, il rapido evolversi delle minacce digitali

richiede una maggiore consapevolezza da parte degli utenti di Internet. La facilità d’uso delle app e dei servizi online porta spesso a trascurare la privacy, esponendo gli utenti a potenziali rischi. Briedis sottolinea come sia essenziale educare le persone alla protezione dei propri dati personali per affrontare questa sfida in continua evoluzione.

Sul fronte internazionale, Singapore ha ottenuto il miglior punteggio nel test, seguita da Finlandia, Lituania, Germania e Stati Uniti. In Italia, sebbene si sia migliorata la gestione di password complesse e l’identificazione di servizi sospetti, permangono lacune nella comprensione delle implicazioni della privacy legate all’AI e nella protezione della rete domestica.

Un ulteriore segnale di preoccupazione riguarda la diminuzione del numero di italiani che aggiorna regolarmente le app e i sistemi operativi. Se nel 2023 il 75% dichiarava di farlo, nel 2024 questa percentuale è scesa al 64%. Tuttavia, è aumentata la consapevolezza su come agire in caso di violazione dei dati, passando dal 45% al 49%.

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Pubblicato da
Margherita Zichella