Il progetto della Serbia per estrarre il prezioso litio nella valle di Jadar sta ricevendo un netto dissenso tra la popolazione locale.

La Serbia si trova al centro di una crescente controversia riguardante l’estrazione del litio nella valle di Jadar, dopo aver recentemente confermato la ripresa del progetto. Lo scorso mese, il governo serbo ha siglato un accordo con la multinazionale Rio Tinto per proseguire le operazioni e sviluppare tecnologie per batterie e veicoli elettrici. Tuttavia, la decisione ha innescato una serie di manifestazioni da parte dei residenti preoccupati per le potenziali conseguenze ambientali.

 

La problematica dell’acqua legata al processo minerario

A Valjevo, cittadina situata nel centro della Serbia, migliaia di persone sono scese in piazza per esprimere il loro dissenso contro il progetto. I manifestanti temono che l’estrazione del litio possa provocare gravi danni ecologici, in particolare per quanto riguarda la contaminazione delle risorse idriche. La preoccupazione principale è legata al fatto che il processo minerario richiede enormi quantità d’acqua, che, una volta utilizzata, potrebbe risultare inquinata da metalli pesanti e non più riutilizzabile per l’ambiente.

Il ministro dell’Energia, Handanović, ha cercato di tranquillizzare la popolazione dichiarando che il progetto verrà bloccato se dovesse dimostrarsi nocivo per l’ambiente. La valle di Jadar, secondo le stime, contiene circa 158 milioni di tonnellate di litio, un minerale considerato cruciale per le tecnologie verdi e per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.

Nonostante le rassicurazioni, la manifestazione ha dimostrato una forte opposizione popolare. Gli slogan come “Non scaverete” e “Rio Tinto, lasciate la Serbia” hanno riempito le strade di Valjevo, con residenti che hanno promesso di lottare con tutte le loro forze per fermare il progetto. Aleksander Jovanovic Cuta, uno dei leader della protesta, ha affermato che la Serbia non accetterà in silenzio questa decisione.

In aggiunta, i manifestanti hanno chiesto la fine della repressione nei confronti degli ambientalisti, accusando il governo di soffocare le voci critiche. Sebbene il progetto sia visto come un passo importante verso gli obiettivi di sostenibilità dell’Accordo di Parigi, che mira a raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, resta da vedere come il governo serbo bilancerà le esigenze economiche con le preoccupazioni ambientali locali.

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