Inserzionisti anonimi spiegano come Google suggeriva loro una scappatoia per raggiungere gli adolescenti con le loro pubblicità.

Secondo un’inchiesta condotta da Adweek, i rappresentanti commerciali di Google avrebbero suggerito agli inserzionisti come raggiungere il pubblico adolescente, nonostante la politica ufficiale dell’azienda vieti la pubblicità mirata agli utenti sotto i 18 anni. Tre acquirenti pubblicitari anonimi hanno rivelato ad Adweek che i venditori di Google hanno consigliato di puntare alla categoria di utenti “sconosciuti“, che comprende individui il cui profilo demografico non è noto a Google, come una potenziale via per accedere al segmento adolescenziale. Questa categoria include utenti non registrati o coloro che hanno disattivato la personalizzazione degli annunci.

 

La scappatoia di Google verso gli adolescenti

Se confermata, questa pratica potrebbe sollevare preoccupazioni legate al Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA), che proibisce la raccolta di dati personali sui minori di 13 anni senza il consenso dei genitori. Inoltre, una proposta di legge recentemente aggiornata, in attesa di approvazione alla Camera, estenderebbe tali restrizioni anche ai minori di 17 anni, vietando la pubblicità mirata a questa fascia d’età.

Un acquirente pubblicitario ha espresso shock per la franchezza con cui un rappresentante di Google avrebbe suggerito di utilizzare la categoria “sconosciuti” per una campagna su YouTube. Altri due acquirenti hanno riportato esperienze simili, confermando che i rappresentanti di Google hanno proposto strategie per raggiungere potenzialmente gli adolescenti attraverso questa categoria.

In risposta a queste accuse, Jacel Booth, portavoce di Google, ha sottolineato che l’azienda “vieta rigorosamente la personalizzazione degli annunci per i minori di 18 anni, punto e basta”. Booth ha assicurato che Google adotterà ulteriori misure per garantire che i rappresentanti commerciali non aiutino agenzie o inserzionisti a eludere tali politiche.

Questa situazione solleva questioni rilevanti riguardo alla protezione della privacy dei minori online e alla trasparenza delle pratiche pubblicitarie delle grandi aziende tecnologiche. Inoltre, Google si trova ad affrontare una nuova sfida legale riguardante la privacy degli utenti di Chrome. Recentemente, una corte d’appello federale ha riaperto una causa collettiva che accusa il colosso tecnologico di aver raccolto dati degli utenti senza il loro esplicito consenso.

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