Il bilancio non è positivo. L’anno scorso, il numero di veicoli immatricolati a Milano ha toccato quota 993.496, con un aumento di circa 50.000 unità rispetto a dieci anni prima. L’obiettivo delle misure come Area B e Area C, pensate per ridurre il traffico privato, sembra sempre più lontano. L’aumento delle auto suggerisce anzi che qualcosa non ha funzionato come previsto.
Le auto hanno superato di nuovo nuovamente le 700.000 unità. In gran parte, si può attribuire questo fenomeno all’effetto della pandemia. Il periodo ha spinto molte persone a preferire il trasporto privato, considerato più sicuro rispetto a quello pubblico. Anche i veicoli commerciali hanno visto una crescita a Milano. Questi hanno visto oltre 66.000 mezzi registrati nel 2023, rispetto ai circa 62.000 del 2019. E le moto? Le due ruote non sono state risparmiate ed hanno mostrato comunque un aumento. Esse sono passate in dieci anni da 156.000 a 192.000 mezzi. Il motivo probabilmente è legato alla loro maggiore flessibilità nei centri urbani.
Cosa dicono questi numeri sulle politiche di mobilità urbana di Milano? L’aumento del parco auto mette in discussione l’efficacia delle misure adottate. Non sono servite a molto per ridurre il traffico
e migliorare la qualità dell’aria. Anche il bilancio tra rottamazioni e nuove immatricolazioni è negativo. Lo scorso anno, mentre sono state rottamate 29.000 auto, ne sono state immatricolate 42.000, con un saldo positivo di 13.000 veicoli in un solo anno.C’è un aspetto positivo, però. Milano continua a mantenere un tasso di motorizzazione inferiore alla media nazionale, con 51 auto per 100 abitanti rispetto alle 66 della media italiana. La città è ancora lontana da Madrid, Londra e Berlino, che oscillano tra le 34 e le 36 auto per 100 abitanti. Serve dunque un ripensamento. Le misure attuali non bastano. Trovare soluzioni sostenibili diventa una priorità. Non ci si deve limitare ad inasprire i divieti per i cittadini, ma si devono trovare alternative che possano davvero portare a un cambiamento. Per farlo, deve evolversi, puntare su innovazione e inclusione e cercare di ridurre davvero la dipendenza dal trasporto privato. Solo così sarà possibile invertire la rotta e costruire una città più verde, più vivibile e più efficiente. Il futuro della mobilità milanese dipende dalle scelte che si faranno oggi.