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Vendite online sotto controllo: la direttiva DAC7 entra in vigore

Tempi difficili per chi sfrutta le piattaforme online per arrotondare le entrate o vendere oggetti inutilizzati. Con l’entrata in vigore della direttiva europea DAC7, i controlli fiscali sono diventati più severi, coinvolgendo non solo chi vende su siti come Vinted e eBay, ma anche chi affitta case su AirBnB e altre piattaforme simili.

 

La direttiva DAC7 e le conseguenze sul commercio online

La direttiva DAC7, in vigore dal 1° gennaio 2023 e recepita dall’Agenzia delle Entrate con un provvedimento del 20 novembre 2023, si propone di regolamentare la Gig economy e contrastare l’evasione fiscale. La normativa obbliga le piattaforme di vendita online, conosciute come Foreign Platform Operators, a comunicare i dati fiscali relativi alle transazioni effettuate dagli utenti. Questo include piattaforme di e-commerce, affitto di immobili e noleggio di mezzi di trasporto.

Tra le piattaforme interessate ci sono nomi noti come Etsy, Vinted, Amazon, eBay, e AirBnB. Le informazioni da raccogliere e comunicare comprendono il codice fiscale dei venditori e dettagli utili per monitorare le loro attività economiche online.

Ogni venditore dovrà compilare un modulo online specifico fornito dalla piattaforma utilizzata. Tuttavia, l’obbligo di comunicare i dati al Fisco scatta solo se il venditore supera determinate soglie: almeno 30 vendite all’anno o un guadagno superiore a 2.000 euro. Al di sotto di queste soglie, la normativa non richiede alcun adempimento fiscale particolare.

Anche se non tutti i venditori saranno direttamente coinvolti, è importante notare che le soglie stabilite non sono particolarmente elevate. Vendere articoli di valore, come una borsa di marca o un computer usato, potrebbe far superare i limiti e quindi obbligare alla comunicazione dei dati. 

 

E-commerce: non più per tutti

La nuova normativa potrebbe indurre molti a riconsiderare l’uso delle piattaforme online per vendite occasionali, temendo complicazioni fiscali o multe. Per evitare problemi, è consigliabile tenere traccia delle vendite e consultare un commercialista se si superano le soglie stabilite. Infine, è importante ricordare che per fatturati superiori ai 5.000 euro, il Fisco considera i venditori come professionisti, con l’obbligo di aprire una Partita IVA.

 

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Pubblicato da
Margherita Zichella