Con gli Stati Uniti e il Canada che hanno adottato dazi fino al 100% su numerosi prodotti cinesi, tra cui le auto elettriche, le tensioni commerciali stanno cambiando per forze di cosa le strategie delle aziende. Le misure riflettono la crescente preoccupazione di tutto l’intero mondo sulle politiche di supporto del governo cinese verso l’industria interna. Come reagiranno i produttori cinesi a questo periodo delicato? Stabilire impianti in Europa sembra essere la risposta più logica. In questo modo potrebbero sfuggire alle barriere tariffarie, oltre che a consolidare la presenza in un mercato strategico. Questa strategia è stata presa in considerazione dal brand Xpeng.
A causa di dazi che variano dal 17,4% al 38,1% sull’importazione di veicoli dalla Cina, le case automobilistiche come Xpeng, BYD, Chery ed anche Zeekr sono obbligate a rivedere interamente i loro piani. Xpeng ha intrapreso perciò una mossa strategica. Ha avviato la produzione direttamente in Europa. Perché continuare a dipendere dall’importazione quando è possibile aggirare i dazi? Che l’Europa abbia tenuto in conto di una possibile crescita industriale seppur non “nostrana”?
In un’intervista, il CEO He Xiaopeng ha confermato che l’azienda è nelle fasi iniziali della selezione di un sito in Europa. Le “basse rischiosità legate al lavoro” sono un fattore determinante nella scelta della location, ma l’azienda non si limita alla sola produzione. Tra i progetti, infatti, vi è anche la creazione di un centro dati europeo per gestire i sofisticati software dei veicoli. Questo progetto in più è segno dell’importanza crescente ed evidente della digitalizzazione tra le automobili. Xpeng non è sola nel suo piano, ci sono altri nomi che risuonano nel settore auto a tal riguardo. Di recente ha stretto una partnership strategica con Volkswagen, mossa che consolida le sue ambizioni di rafforzare la propria presenza nel settore automobilistico europeo. Questa alleanza, unita all’espansione produttiva, è un momento fondamentale per l’azienda. Riuscirà Xpeng a sfidare i colossi dell’auto in Europa?