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Apple Music, di recente, ha introdotto una nuova funzione davvero interessante. Quest’ ultima consente agli utenti di trasferire facilmente le loro playlist su YouTube Music. Tale aggiornamento rappresenta una novità molto importante nella strategia dell’ azienda, tradizionalmente caratterizzata da un approccio chiuso verso i servizi concorrenti. La notizia, riportata per prima da MacRumors, è emersa grazie a un documento di supporto che illustra le regole e le limitazioni del trasferimento. Questo cambiamento indica così un’apertura inaspettata da parte del colosso di Cupertino. Il quale probabilmente ha deciso di dare una risposta alle crescenti richieste dei suoi clienti per una maggiore interoperabilità tra le piattaforme di streaming musicale.

Apple: possibili sviluppi futuri e situazione attuale del mercato

Il trasferimento delle playlist avviene attraverso la sezione “Dati e Privacy” del sito Apple. È necessario dover accedere a (privacy.apple.com)(https://privacy.apple.com) e selezionare l’opzione “Trasferisci una copia dei tuoi dati”. È necessario avere un abbonamento attivo ad AppleMusic o iTunes Match, e un account YouTubeMusic. È importante notare che solo i brani disponibili su You TubeMusic saranno trasferiti. Podcast, audiolibri e file audio personali non sono inclusi. L’ intero processo può richiedere da pochi minuti a diverse ore, a seconda della quantità di dati da trasferire.

Attualmente, Apple Music non offre ancora la possibilità di trasferire playlist verso altri servizi come Spotify o AmazonMusic. Coloro che desiderano trasferire i loro dati verso queste piattaforme devono ricorrere a strumenti di terze parti. Vi sono però alcuni segnali che fanno pensare che l’ azienda possa espandere le proprie opzioni di trasferimento in futuro.

Questa apertura potrebbe rappresentare, come detto, un cambiamento notevole nella strategia del marchio. Nel frattempo, Apple Music ha superato Spotify nell’uso tra gli americani, passando dal 34% nel 2020 al 40% attuale. Un dato riflette una crescita costante e suggerisce una possibile rivoluzione nelle preferenze del pubblico online.

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