La Germania ha introdotto nuove normative che regolano l’uso della cannabis alla guida, con l’obiettivo di garantire la sicurezza stradale pur consentendo una certa flessibilità. Con le nuove disposizioni, i conducenti che possiedono una patente da almeno due anni o hanno più di 21 anni possono guidare se il livello di tetraidrocannabinolo (THC) nel loro sangue è inferiore a 3,5 nanogrammi per millilitro di siero, pari a circa 1,8-2 ng/ml. Se tale soglia viene superata, sono previste multe di 500 euro e una sospensione della patente di un mese. I controlli per determinare la concentrazione di THC vengono effettuati tramite prelievi di saliva e, se necessario, anche di sangue.
Fino ad ora, il Codice della strada tedesco stabiliva limiti esclusivamente per l’alcol, ma ora estende tali regole anche alla cannabis. È importante notare che rimane assolutamente vietata la guida sotto l’influenza combinata di marijuana e alcol, con una multa che può arrivare fino a 1.000 euro in questi casi. Queste regolamentazioni riflettono il tentativo delle autorità di armonizzare l’uso della cannabis con le esigenze di sicurezza stradale.
La soglia per la guida sotto l’effetto di marijuana è stata decisa da una commissione di espertiinnocuità della cannabis alla guida. I composti della pianta potrebbero influenzare la concentrazione e le capacità di reazione. , che ha valutato che livelli inferiori a quelli stabiliti non comportano significativi rischi per la sicurezza. Tuttavia, non esistono ancora studi scientifici conclusivi che dimostrino senza dubbio l’
In Italia, l’articolo 187 del Codice della strada proibisce la guida in stato di alterazione psicofisica dovuta all’uso di droghe, comprese quelle leggere. La sanzione per la guida sotto l’effetto di stupefacenti può includere una multa di 1.500 euro, e la valutazione clinica del conducente tiene conto della concentrazione di THC nel sangue. In contrasto, l’articolo 186 stabilisce limiti chiari per l’alcol, con tolleranza zero per neopatentati e conducenti professionali.
Aldo Polettini, professore associato di Tossicologia forense all’Università di Verona, ha elogiato la decisione tedesca di fissare un limite chiaro per il THC, sottolineando che questo fornisce un criterio oggettivo per il controllo. Al contrario, in Italia l’assenza di un limite preciso crea incertezze legali, complicando la valutazione da parte dei giudici. Attualmente, il Parlamento italiano sta esaminando una proposta di legge per modificare l’articolo 187, con l’obiettivo di introdurre limiti di concentrazione di THC, avvicinandosi così alla regolamentazione tedesca.