La causa contro Durov è ora in pieno svolgimento e il CEO di Telegram è ancora confinato in Francia, ma la Russia non è d'accordo.

Il CEO di Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato sabato scorso all’aeroporto Le Bourget di Parigi e attualmente si trova in carcere. L’arresto è stato reso noto tramite un documento del Tribunale Giudiziario di Parigi, che ha indicato l’apertura di un’indagine il 8 luglio scorso. L’inchiesta è stata avviata dalla Sezione J3 – JUNALCO, specializzata nella lotta contro la criminalità informatica della Procura di Parigi.

 

L’arresto di Durov e il successo di Telegram

Durov è accusato di dodici reati gravi, tra cui complicità nella gestione di una piattaforma online per transazioni illegali e nella distribuzione di contenuti pornografici minorili. Altre accuse includono il possesso e la vendita di droghe, la frode organizzata, e il riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali. Inoltre, viene contestata la fornitura di servizi di crittografia senza la necessaria certificazione, una questione controversa legata alle normative francesi sulla crittografia.

Questo sviluppo ha contribuito in realtà a un aumento del 4% dei download di Telegram negli Stati Uniti, portandola a posizionarsi al secondo posto nella categoria Social Network su App Store. Tuttavia, l’app è ora scesa al terzo posto dietro Threads e WhatsApp. In Francia, Telegram è al primo posto tra le app social e al terzo nella classifica generale su App Store, e negli Stati Uniti è passata dall’18° all’8° posto, esclusi i giochi.

Durante un’udienza, la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha dichiarato che i giudici hanno concesso a Durov la libertà condizionale con una cauzione di 5 milioni di euro. Il fondatore di Telegram non può lasciare la Francia e deve presentarsi due volte a settimana in una stazione di polizia. Inoltre, Durov è sotto inchiesta per presunti abusi gravi contro uno dei suoi figli, con l’indagine che riguarda fatti avvenuti a Parigi.

Il Cremlino ha definito l’arresto di Durov come un possibile caso politico, sottolineando la mancanza di prove concrete e suggerendo che potrebbe trattarsi di un tentativo di limitare la libertà di comunicazione. Anche il presidente della Duma, Vjačeslav Volodin, ha insinuato che l’arresto potrebbe essere legato a interessi statunitensi, suggerendo che potrebbe essere una mossa politica in vista delle elezioni presidenziali americane.

 

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