Starlink

Elon Musk ha annunciato una nuova iniziativa molto importante. Quest’ ultima mira a rivoluzionare l’accesso ai servizi di emergenza a livello mondiale. Tramite la rete satellitare di SpaceX, il servizio Starlink offrirà chiamate SOS gratuite verso chiunque, indipendentemente dalla posizione geografica. Questo nuovo strumento, denominato Direct To Cell, sarà attivo anche in aree isolate e difficilmente raggiungibili. Eliminando così la necessità di un abbonamento o di una SIM specifica. Musk ha dichiarato che nessuno dovrebbe rischiare la vita. Anche se non può permettersi di pagare un abbonamento. Così facendo ha sottolineato l’importanza di rendere i servizi di emergenza accessibili a tutti. Nonostante l’entusiasmo, l’effettiva attivazione di questa funzione è ancora in fase di attesa dell’approvazione da parte dei governi dei vari paesi. Un passaggio indispensabile prima che l’iniziativa possa diventare operativa a tutti gli effetti.

Starlink: luci e ombre sui nuovi satelliti Direct To Cell

Il servizio Direct To Cell è stato progettato per connettere i nuovi satelliti di SpaceX direttamente con i dispositivi mobili. Così da estendere la portata di Starlink a chiunque nel mondo. Anche a coloro che non sono clienti T-Mobile, l’operatore con cui Space X collabora attualmente negli Stati Uniti. L’annuncio è stato accolto con grande interesse. La sfida principale però resta l’autorizzazione necessaria per operare in diverse nazioni. Ognuna delle quali potrebbe avere normative specifiche riguardanti le telecomunicazioni.

Mentre la promessa di un servizio di emergenza universale è stata accolta con favore, la nuova generazione di satelliti DirectToCell ha sollevato alcune critiche da parte della comunità scientifica. Gli astronomi hanno espresso preoccupazione per il fatto che tali satelliti brillano molto più dei loro predecessori. Risultando circa cinque volte più luminosi nel cielo notturno. La maggiore luminosità è in parte dovuta alla loro orbita più bassa. Si parla di circa 350km dalla superficie terrestre, rispetto a quelli tradizionali che orbitano a una quota di 550km. SpaceX ha riconosciuto il problema e ha dichiarato di essere al lavoro con gli esperti per mitigare l’inquinamento luminoso

Malgrado le rassicurazioni, gli scienziati restano preoccupati. In particolare per l’impatto che tali tecnologie potrebbero avere sull’osservazione delle stelle. Tutto ciò potrebbe perciò rappresentare una sfida per l’astronomia. Oltre che per la protezione del cielo notturno. Considerato un patrimonio da salvaguardare. La situazione quindi evidenzia il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e salvaguardia dell’ambiente naturale. Un tema che sarà sempre più centrale nel dibattito pubblico nei prossimi anni.

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