Sull’epopea di Telegram si potrebbe scrivere veramente un libro, di come magari quell’applicazione colorata di azzurro alla quale nessuno dava troppo credito è arrivata a livelli stratosferici. Visionaria, innovativa e soprattutto apripista sotto certi punti di vista, questa piattaforma di messaggistica da sempre antagonista di WhatsApp, è diventata il punto fisso di milioni e milioni di utenti in giro per il mondo. L’esclusività e l’unicità dei canali, la grande privacy, le tante funzionalità amate dal pubblico è molto altro ancora hanno reso Telegram l’applicazione da abbattere sotto certi punti di vista. Tutto continuerebbe ad andare per il meglio se non fosse per i guai che purtroppo ultimamente stanno investendo il colosso.
Dopo l’arresto del CEO Pavel Durov a Parigi, sembrano essere arrivati nuovi guai con la legge a causa di una mancanza. Stando a quanto riportato infatti sarebbe partita una nuova indagine che avrebbe preso ad oggetto proprio Telegram. Ad avviarla è stata l’Unione Europea, che vuole ora verificare un eventuale violazione del DSA (Digital Services Act).
Questa volta i guai per Telegram sarebbero arrivati per non aver trasmesso il numero di utenti preciso che la piattaforma gestisce. Quando si tratta di utenti, ci si riferisce a quelli attivi ogni mese e tale omissione, secondo gli inquirenti, sarebbe arrivata volutamente. Secondo quanto riportato, Telegram avrebbe infranto questa regola per restare sotto i 45 milioni di utenti attivi mensilmente nell’Unione Europea.
In questo modo l’applicazione di messaggistica non verrebbe catalogata come “piattaforma online di dimensioni molto grandi” e dunque non sussisterebbe l’obbligo di dover ottemperare ad alcuni standard in merito a sicurezza, moderazione abbastanza dure da rispettare e conformità.
Intanto queste sono le parole del portavoce della commissione europea a Thomas Regnier:
“I nostri sistemi e calcoli ci permettono di valutare l’accuratezza dei dati sugli utenti. Se riteniamo che Telegram non abbia fornito informazioni precise, abbiamo la facoltà di classificarla autonomamente come una piattaforma online di grandi dimensioni in base alla nostra analisi“.