Carburante, i distributori saranno GREEN: arrivano punti di ricarica

È pronta la riforma da effettuare in merito alla rete dei carburanti. A portarla all’interno del prossimo Consiglio dei Ministri sarà proprio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L’obiettivo, come è stato annunciato qualche giorno fa sarà proprio quello di cambiare il settore dei carburanti, introducendo dei punti di ricarica per tutti i veicoli elettrici all’interno dei distributori.

Si prevede una riorganizzazione del sistema di distribuzione per facilitare l’accesso alla ricarica elettrica, frutto del lavoro di un tavolo di discussione che ha coinvolto il settore per oltre un anno. Tutte le aziende con cui dialoghiamo ci riferiscono che il principale problema è rappresentato dal costo dell’energia“.

Sarà dunque importante lavorare in modo che la riforma abbia modo di attecchire sul territorio, realizzando dei punti di ricarica soprattutto all’interno delle stazioni di servizio. C’è anche un altro obiettivo, ovvero quello di sfruttare l’energia in generale, intesa anche come quella rinnovabile, ma anche la nucleare.

Tuttavia, il modo per garantire un approvvigionamento energetico a costi sostenibili e con continuità consiste nello sviluppare, in parallelo alle fonti rinnovabili, una produzione di energia nucleare basata sulla nuova tecnologia avanzata di terza generazione. L’obiettivo è poter annunciare la creazione di una Newco con partner internazionali“.

Urso anticipa la riforma nel settore dei carburanti e parla del rilancio del settore automotive

Non è mancato poi un intervento che ha descritto anche il piano da parte del Governo di rilanciare il settore automotive. La specie principale riguarda certamente Stellantis, proprio perché il gruppo dovrà presentare il piano Italia nel più breve tempo possibile.

Urso inoltre riferisce di volersi affidare alle case automobilistiche cinesi per aumentare la produzione:

Abbiamo firmato quattro memorandum d’intesa con quattro case automobilistiche cinesi, le quali sono consapevoli delle crescenti barriere commerciali dell’UE e, di conseguenza, mirano a produrre direttamente sul continente“.

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